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ToggleIn qualità di automobilisti, non è più sufficiente avere una buona conoscenza delle nozioni di base quando si acquista o si utilizza un’auto: grazie alla crescente popolarità e allo sviluppo delle auto elettriche, gli automobilisti stanno ora riconoscendo l’importanza di conoscere la ricarica delle batterie. Con i progressi tecnologici dei veicoli elettrici che diventano sempre più frequenti, tenersi al passo con tutti gli ultimi progressi può risultare eccessivo anche per gli automobilisti di lungo corso. Ma non preoccuparti perché in questo articolo, dopo aver parlato di bici elettriche e di auto elettriche nei precedenti, approfondiremo il funzionamento e tutte le caratteristiche della ricarica auto elettrica, fornendoti consigli e rispondendo alle domande più frequenti a riguardo.
Cos’è e come funziona la batteria auto elettrica?
La batteria di un’auto elettrica è un dispositivo di accumulo di energia che converte l’energia elettrica proveniente da una fonte come la rete elettrica o i pannelli solari in energia chimica. L’energia chimica immagazzinata viene poi utilizzata per alimentare il motore elettrico che muove le ruote del veicolo. Il suo funzionamento può essere suddiviso in quattro fasi principali: carica, scarica, raffreddamento e bilanciamento.
- Carica – Una fonte esterna di elettricità carica il pacco batteria spingendo gli elettroni attraverso le sue celle e immagazzinandoli all’interno del loro materiale attivo (in genere celle agli ioni di litio). La quantità di carica di ciascuna cella dipende dalla durata della carica e dalla potenza del caricatore.
- Scarico – Quando si preme sull’acceleratore di un veicolo elettrico (EV), gli elettroni vengono scaricati dalle celle agli ioni di litio; questo spinge la corrente attraverso un motore che trasferisce il movimento per spingere il veicolo in avanti verso il viaggio che avete programmato! Questo processo continua fino a quando tutte le celle sono esaurite, prima di dover essere nuovamente ricaricate.
- Raffreddamento – Le batterie funzionano al meglio a temperature più basse, consentendo tassi di carica/scarica più efficienti, potenze più elevate e minori possibilità di fuga termica (una situazione mortale in cui una cella agli ioni di litio si surriscalda troppo causando il riscaldamento delle altre celle collegate oltre i limiti di sicurezza). I veicoli elettrici con batterie più grandi o più potenti dispongono di sistemi che assicurano il mantenimento di temperature ottimali durante la guida, tra cui piastre raffreddate a liquido situate tra le file di batterie o ventole di raffreddamento dedicate che aspirano aria dall’esterno direttamente sulle parti sensibili, ecc.
- Bilanciamento – Anche se la maggior parte delle batterie moderne viene fornita già bilanciata al momento della consegna, alcune possono richiedere un “bilanciamento” periodico durante l’utilizzo: ciò significa semplicemente equalizzare le tensioni di ogni singola cella all’interno del pacco, in modo che nessuna si scarichi in modo sproporzionato rispetto alle altre durante l’utilizzo previsto. I bilanciatori in genere monitorano le tensioni delle singole celle manualmente o automaticamente, a seconda del tipo di prodotto posseduto, regolando l’uscita ogni volta che è necessario, in modo che tutte rimangano allo stesso livello durante le ripetute uscite nel tempo.
L’insieme di questi processi consente ai possessori di veicoli elettrici di usufruire di un’efficienza molto maggiore rispetto ai motori a combustione interna, aiutandoci ad avvicinarci alla riduzione dei gas serra rilasciati nell’ambiente ogni giorno!
Ricarica auto elettrica – Secondo contatore
La necessità di un secondo contatore dipende da se si ha accesso diretto al proprio impianto principale o se invece si vive in un condominio o comunque uno spazio pubblico con impianto condiviso. Nel primo caso la ricarica si aggiungerà agli altri consumi, ma nel secondo caso potrebbe essere oneroso derivare dal contatore condominiale e potrebbe quindi essere necessario un nuovo contatore apposito. Va comunque specificato che non serve alcuna delibera condominiale per poter eseguire la ricarica nel proprio garage.
Ricarica auto elettrica – Aumento della potenza dell’impianto
Una piccola citycar si può accontentare senza problemi dei 3 kW dell’impianto domestico. Tuttavia se si necessitano di una maggiore potenza, magari perché si vogliono ridurre i tempi di ricarica, si può optare per un adeguamento che porti il valore a 6 kW. Questo è un intervento che in genere costa 2-300 euro, ma prima di effettuarlo conviene controllare la massima potenza consentita in ricarica dalla propria auto. Queste hanno infatti un sistema interno che regola l’assorbimento per evitare surriscaldamento ed eccessiva usura del pacco-batterie.
Auto elettrica – Tempo di ricarica
Il tempo di ricarica dipende da quanta energia ci serve e dalla potenza usata nella ricarica. Le batterie non assorbono energia in modo omogeneo e, superato l’80%, l’immissione diventa molto più lenta. Tuttavia va detto che è raro si faccia il pieno ed è consigliato di mantenersi tra l’80% ed il 20% per evitare di danneggiare la batteria. Un’auto media con pacco-batterie da 40 kWh può quindi impiegare 8 ore a ricaricarsi con un impianto da 3 kW e la metà con uno da 6 kW. Motivo per cui spesso la ricarica casalinga delle auto elettriche si svolge di notte.
5 consigli per aumentare l’autonomia della batteria
Va bene migliorare i consumi, ma esiste anche qualche trucchetto per aumentare l’autonomia delle batterie in estate? C’è qualcosa a cui bisogna fare particolare attenzione?
Limitare l’uso dell’aria condizionata
L’uso dell’aria condizionata influisce direttamente sulla batteria dell’auto elettrica (come influisce sul carburante consumato nelle termiche). D’altronde l’aria condizionata ha bisogno di energia per funzionare e da qualche parte quell’energia dovrà pur prenderla, no? Più tempo l’impianto di climatizzazione resta in funzione, maggiore è il consumo di energia e, di conseguenza, la perdita di autonomia. Se proprio non riesci a non accenderlo, ricorda che più elevate (o basse) sono le temperature ricercate, maggiore sarà il consumo.
Precondizionare l’auto in ricarica
Per usare efficacemente il precondizionamento del veicolo, però, serve una buona gestione del tempo. Se l’energia residua è agli sgoccioli, occorre attivare il precondizionamento 10 minuti prima che la ricarica sia completa, a distanza di alcune ore dall’inizio dell’operazione di ricarica stessa. Fortunatamente molte auto elettriche moderne permettono di impostare con uno smartphone l’avvio del sistema di condizionamento inserendo anche un timer. Ovviamente quanto scritto vale anche per il preriscaldamento.
Non ricaricare troppo o troppo poco
Bisogna fare il possibile per mantenere SEMPRE il livello di carica tra il 20% e l’80%. Se si supera questi limiti una volta non succederà nulla, ma farlo sempre e costantemente rischierà di usurare velocemente la batteria diminuendo l’autonomia, ma anche la sua salute ed il suo ciclo vitale. Va inoltre detto che, a livello di tempistiche, una batteria impiega a passare dall’80% al 100% circa lo stesso tempo richiesto per portarla dal 20% all’80%. Non c’é davvero motivo per rischiare, salvo casi particolari e specifici (viaggi lunghi o emergenze).
Attenzione alla velocità
Come per l’aria condizionata, anche questo è un consiglio doppio che vale tanto per le auto elettriche quanto per quelle termiche. L’elevata velocità è infatti uno dei fattori che contribuisce ad assorbire più energia dalla batteria di un’auto elettrica e tenerla sotto controllo permette di conservare una maggiore autonomia di percorrenza. D’altronde i conducenti esperti di auto termiche sanno bene che portare il proprio veicolo troppo in alto come giri tende ad avere un notevole impatto sul proprio carburante. Ecco, il principio è letteralmente lo stesso. Andare troppo veloci non riduce solo la sicurezza alla guida, non ci mette solo a rischio di sanzioni pecuniarie ed amministrative, ma rischia anche di farci rimanere a piedi.
Non esporla al sole
In Italia l’estate è il periodo in cui si viaggia di più in auto. Per chi ama il caldo la temperatura è ideale e chi vuole il freddo, può sempre cercarlo. Le ferie sono un rito irrinunciabile e poi, quale miglior occasione per mettere alla prova un’auto elettrica su una lunga percorrenza? Tuttavia bisogna sempre ricordare che il sole non è un amico dei veicoli a motore, tanto meno di quelli elettrici. Certo, la batteria non si scioglie come sostengono alcune leggende metropolitane, ma indubbiamente la sua autonomia sarà ridotta considerevolmente, così come il suo ciclo vitale. Se mentre si viaggia il rischio è relativo, per quanto convenga evitare le ore più calde, il vero momento in cui bisogna fare attenzione è quando ci si ferma all’autogrill, magari in uno stallo in cui abbiamo previsto di ricaricare l’auto. Cercare di dare sempre priorità ai parcheggi all’ombra e, se non ce ne dovessero essere, cercare di non prolungare troppo la sosta. Nuovamente, come sempre quando si parla di veicoli elettrici, la pianificazione del percorso e delle soste è fondamentale.
Colonnina di ricarica auto elettriche
Una colonnina di ricarica è un distributore di energia tramite il quale è possibile ricaricare la propria vettura dotata di propulsore elettrico. Nonostante siano chiamate “colonnine” hanno in realtà varie forme e vanno da quelle effettivamente a palo a quelle a parete. Le aziende stanno addirittura sviluppando un metodo wireless tramite parcheggio su apposita piattaforma. Di norma, infatti, il processo di ricarica si effettua mediante un caricatore che verifica anche che l’operazione proceda senza problemi e che la batteria non sia danneggiata.
Esistono due tipi di colonnine di ricarica: quelle private e quelle pubbliche. Le prime si trovano nelle abitazioni, nei centri commerciali, negli hotel, nei parcheggi privati e così via e si allacciano alla rete locale mentre le seconde sono installate dai fornitori di energia e dai gestori di rete e sono posizionate nelle strade o nei parcheggi pubblici (spesso vicino ad aeroporti o stazioni ferroviarie). Uno dei punti critici dell’attuale rete di colonnine di ricarica riguarda proprio la loro disposizione visto che c’è un numero in costante crescita nelle aree urbane, ma la situazione nelle autostrade è drammatica (motivo per cui, per esempio, la Germania ha preso la decisione di renderle obbligatorie).
Come funzionano le colonnine elettriche
Una questione di potenza
Quando si parla di colonnine elettriche, si sente spesso parlare di potenza. Con questo termine ci si riferisce all’energia (elettrica in questo caso) trasferita in una data unità di tempo, un valore che si misura in watt (W). Semplificando il concetto, più alta è la potenza, più veloce sarà la ricarica perché sarà trasmessa più energia nello stesso tempo di utilizzo. Occhio però che quando si parla di batterie elettriche, la potenza non è tutto e mirare al valore più alto possibile può essere anche dannoso. Se non si ha fretta di ricaricare e abbiamo una semplice citycar casalinga, le 8 ore notturne a 3 kW bastano ed avanzano per soddisfare il suo bisogno energetico.
Il discorso sulla potenza elettrica diventa ancora più complesso quando si va ad utilizzare una colonnina di ricarica. Queste hanno un proprio valore di potenza pre-impostato che funziona praticamente come la canna di un idrante. Più è alto, più dovete immaginare che sia grande lo sbocco di erogazione. Tuttavia non ricaricheremo per forza a questo valore, ma dovremo tenere di conto anche della potenza massima di ricarica della nostra auto elettrica. Se la colonnina ha una potenza di 150 kW, ma la nostra auto ha una potenza di ricarica massima di 50 kW, caricheremo sempre e comunque a questo valore. Anzi, usare una potenza superiore potrebbe danneggiare la batteria nel tempo. Sarebbe come se usassimo l’idrante dei Vigili del Fuoco per innaffiare i nostri vasi nel terrazzo. L’acqua gli arriverebbe comunque, ma dubito il risultato sarebbe piacevole.
Tipologie di Connettori e Colonnine
Esistono 4 metodi di ricarica dell’auto elettrica (anche se poi alla fine sono solo tre quelli davvero utilizzati). Vediamoli uno alla volta vedendo il tipo di connettore usato:
- Il modo 1 prevede un collegamento tramite adattatore da presa domestica a connettore di tipo 2 (detto anche Mennekes). Il tipo 1 presente nello schema è una vecchia tipologia di connettore non più utilizzata. Questo metodo di ricarica non è praticamente più utilizzato perché l’assenza di un sistema di regolazione lo rende pericoloso.
- Il modo 2 è quello usato nelle case private a oggi. Esso prevede un collegamento via adattatore, con sistema di regolazione, che parte da una presa domestica o industriale e finisce in un connettore di tipo 2.
- Il modo 3 è il primo usato nelle colonnine di ricarica. Esso prevede un connettore che va da tipo 2 a tipo 2. Per effettuare la ricarica spesso e volentieri serve un cavo apposito che viene venduto insieme all’auto elettrica (altrimenti va assolutamente acquistato a parte). Alcune colonnine fast hanno un connettore di questo tipo integrato con potenza superiore che va dai 22 kW ai 60 kW.
- Il modo 4 è infine quello usato dalle colonnine fast ed ultrafast. Il cavo è integrato nella colonnina e termina con un’uscita chiamata CCS Combo 2 che è lo standard europeo. E’ ancora possibile trovarlo affiancato ad un connettore chiamato CHAdeMO che non è altro che il corrispettivo del CCS Combo 2 secondo uno standard asiatico che sta però andando in disuso.
Per quanto riguarda le colonnine di ricarica, invece, possiamo dividerle in tre tipologie diverse a seconda della potenza, ma in realtà esistono due categorie principali a seconda che effettuino la ricarica in corrente alternata (AC) o in corrente continua (DC). Vediamole nel dettaglio:
- Le più comuni sono quelle più piccine e diffuse in città. Sono delle colonnine che tengono fede a questo nome e che effettuano la ricarica in AC generando una potenza che varia dai 7 ai 22 kW (ne puoi vedere una nella prima immagine di questo articolo). Non hanno il cavo integrato e va utilizzato quello in dotazione con l’auto o acquistato in proprio.
- Abbiamo poi le colonnine fast. Queste sono comprese nelle strutture più grandi (vedi l’immagine sottostante), ma hanno comunque un connettore di tipo 2 anche se è integrato. La ricarica è sempre effettuata in AC, ma la potenza generata va dai 22 ai 60 kW. Si trovano principalmente in aree di parcheggio cittadine o periferiche, se non proprio in degli stalli appositi.
- Infine ci sono le colonnine ultrafast. La struttura è la stessa delle fast così come la collocazione, ma il connettore è del tipo CCS Combo 2 e/o CHAdeMO. La ricarica è effettuata in DC e la potenza generata va, ad oggi, dai 100 ai 350 kW.
Come si effettua la ricarica da una colonnina
Passiamo ora alla pratica, ovvero a come si ricarica un’auto elettrica da una colonnina. Prima di tutto va scelta la colonnina giusta e, ricordando il discorso iniziale sulla potenza, viene logico comprendere perché conviene sempre, quando possibile, usare le colonnine AC. Le DC, che siano fast o ultrafast, sono infatti ricariche veloci “di esigenza”, utili a chi ha magari da fare molta strada, si è fermato per un caffè e vuole sfruttare quei 15-20 minuti per dare un po’ di energia alla batteria. Non esagerate. Usarle per un periodo prolungato può infatti danneggiare la batteria stessa.
Ancora prima di scegliere la colonnina, però, va fatta un’ulteriore scelta precedente: quella dell’applicazione da cellulare che useremo per effettuare la ricarica. Esistono davvero tantissime applicazioni diverse, ma, fortunatamente, come per la telefonia, anche in questo caso sarà possibile usare tutte le app su tutte le colonnine senza limiti di sorta dovuti al marchio o all’azienda. Aperta l’applicazione, dovremo trovare tramite geolocalizzazione la colonnina a cui vogliamo ricaricarci e poi scegliere la presa di ricarica da attivare (se ce ne sono più di una disponibili). Dato l’ok, potremo attaccare la presa e potremo monitorare la ricarica stessa sempre dall’applicazione.
Il pagamento, infine, viene effettuato sempre tramite l’app o usando un’apposita card collegata alle coordinate bancarie da noi fornite. Esistono anche qui varie soluzioni diverse e si va dal pagamento a consumo fino agli abbonamenti per 12 o 24 mesi, passando per la possibilità di richiedere delle prepagate che permettono di ricaricare per un certo quantitativo di energia ad un prezzo più vantaggioso, senza i vincoli di un abbonamento prolungato. Parlando di costi, va infine ricordato che non bisogna MAI occupare una piazzola di ricarica per più tempo del necessario poiché sempre più operatori prevedono un addebito aggiuntivo per l’occupazione senza ricarica. Questi spazi non sono parcheggi.
Sezione Normativa
La normativa che riguarda le colonnine di ricarica è la IEC61851 e in base a questa si identificano 4 modalità di ricarica: (1) ricarica lenta (6-8 ore) a corrente alternata ammessa unicamente in ambiente domestico privato; (2) ricarica lenta (6-8 ore) a corrente alternata ammessa in ambiente domestico e pubblico con presenza di un dispositivo di controllo che garantisce la sicurezza delle operazioni; (3) ricarica lenta (6-8 ore) o mediamente rapida (30-60 minuti) ammessa in ambiente domestico e pubblico con sistema di sicurezza e che avviene tramite un apposito sistema di alimentazione specifico e (4) ricarica ultrarapida (5-10 minuti) in corrente continua ammessa solamente in ambiente pubblico.
La normativa riconosce inoltre 3 diversi casi in funzione della collocazione del cavo di alimentazione tra veicolo e colonnina, ovvero: (1) il cavo è collegato stabilmente al veicolo, (2) il cavo è scollegato sia dal veicolo che dalla colonnina e (3) il cavo è collegato stabilmente alla colonnina di ricarica. Infine, vengono riconosciuti quattro tipi di connettori diversi per la ricarica e la differenza principale tra questi è la presenza di dispositivi di protezione contro il contatto accidentale di parti in tensione su tutti i componenti del sistema. Più il numero è alto, maggiore è la protezione presente.
Produttori, Costi, Mappe e App
Il più grande gestore di colonnine di ricarica in Italia è sicuramente l’Enel che è presente su tutto il territorio nazionale. Abbiamo poi tanti altri piccoli produttori locali in base alla regione, nel centro Italia e nel comune di Firenze abbiamo, per esempio, Route220 (attraverso la piattaforma Evway), Ressolar e Silfi. I costi sono abbastanza uniformati. Per la ricarica auto elettrica pubblica si paga un abbonamento mensile di circa 25 euro (che comprende la card di attivazione della colonnina) mentre per la ricarica privata si deve pagare un canone di noleggio che ha un costo mensile di circa 60 euro. In alternativa si può, ovviamente, ricaricare il veicolo anche attraverso una presa di corrente idonea e, in questo caso, i costi andranno ad impattare direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica.
Con lo scarso numero di colonnine di ricarica presenti in Italia (anche se è un valore in crescita) è logico pensare che, quando si viaggia con un veicolo elettrico, conviene studiarsi in anticipo un itinerario che comprenda le posizioni delle varie stazioni di ricarica. Per fare ciò ci vengono in soccorso i numerosi siti internet e app dedicate proprio a questo scopo (tipo quella promossa proprio da Enel). Alcune di queste applicazioni per sistemi mobile, inoltre, permettono anche di prenotare direttamente il proprio spazio di ricarica per il giorno e l’ora desiderata (qualche nome: JuicePass, Plug&Go, e-Moving, Open Charge Map, Nextcharge e PlugShare). Indubbiamente molto comodo per programmare in completa sicurezza i nostri spostamenti senza rischiare di rimanere a secco.
Auto Elettrica: 8 consigli per le vacanze
1 – Pianifica l’itinerario
Il primo consiglio potrebbe sembrare scontato, ma non va sottovalutato. Se già normalmente è importante pianificare il proprio viaggio prima della partenza, lo è ancora di più per un veicolo come l’auto elettrica che deve fare affidamento sulla rete delle colonnine di ricarica per assicurarsi di non rimanere a secco. Fortunatamente ci sono molti strumenti ed applicazioni che aiutano nella pianificazione del nostro viaggio, senza contare che ormai molte strutture turistiche sono dotate di appositi punti di ricarica.
2 – Non far scendere la batteria sotto il 20%
Le brutte sorprese sono sempre dietro l’angolo ed andarle a cercare è ancora meno conveniente. Per evitare fastidi inutili, pianifica sempre di eseguire la ricarica auto elettrica quando la batteria ha ancora almeno il 20% di capacità. Non vorrai mica correre il rischio di rimanere a piedi perché le colonnine che avevi cercato sono fuori servizio, no? Ne gioverà anche la salute stessa della batteria.
3 – Fermati all’80% in ricarica
Nello stesso articolo appena citato, si consiglia anche di evitare di caricare la batteria oltre l’80%.Non è però solo una questione di salute della stessa, ma anche di tempistiche. E’ infatti provato che per ricaricare l’auto dall’80% al 100% serve lo stesso tempo per farlo dal 20% all’80%! Insomma, fermarsi prima permetterà di risparmiare tempo.
4 – Verifica compatibilità e costi
Come scrivevamo in questo articolo, esistono numerosi operatori che forniscono energia elettrica tramite le colonnine di ricarica auto elettrica ed ognuno applica tariffe diverse, senza contare che la potenza erogata varia da punto a punto. In media più si spende, più la ricarica è veloce, ma i prezzi calano se si ha una convenzione o un abbonamento. Va inoltre ricordato che non tutti accedono a tutte le colonnine. Insomma, oltre a pianificare il proprio itinerario, sarà bene verificare che i punti di ricarica scelti vadano bene per la nostra auto e per le nostre necessità.
5 – Fai attenzione alle temperature
Le temperature elevate sono un acerrimo nemico di tutto ciò che è elettronico poiché questo tenderà a riscaldarsi eccessivamente. Per tale motivo le stazioni di ricarica sono dotate di meccanismi di sicurezza che rallentano la velocità di ricarica in caso di clima troppo caldo. Va inoltre considerato che le stesse batterie potrebbero surriscaldarsi e quindi rallentare i propri tempi di ricarica. Di base si considera che le massime prestazioni di ricarica si raggiungono tra 20 e 40°C.
6 – Libera subito il punto di ricarica
Il punto di ricarica va liberato appena questa operazione è stata completata. Se è fastidioso trovare auto termiche che occupano i posti riservati alla ricarica, lo è altrettanto se a fare ostruzione sono dei veicoli elettrici che li stanno usando come parcheggio. Ricorda inoltre che molti operatori applicano una penalità a chi occupa lo spazio indebitamente e per più tempo del necessario. Perché pagare di più per niente?
7 – Occhio ai consumi
Chi è abituato alle auto termiche all’inizio si troverà non poco spaesato dall’elettrica. Poco importa l’autonomia indicata se si procede ad alta velocità. In questi casi la batteria tenderà a svuotarsi più velocemente ed è quindi sempre meglio fare attenzione e non superare i 110-120 km/h. Ricorda però che, in città o nei tratti misti, è possibile la decelerazione del veicolo per ricaricare un minimo la batteria con l’energia dissipata. Lo stesso discorso sui consumi aumentati vale anche per le salite ripide, ma qui va detto che la batteria tende poi a ricaricarsi autonomamente in discesa per lo stesso principio rigenerativo citato prima. Ricorda infine che TUTTI gli accessori dell’auto influiscono sulla sua autonomia effettiva.
8 – Ricorda i tuoi vantaggi
Guidare un’auto elettrica porta molti vantaggi aggiuntivi, non solo quelli dati dal minore impatto ambientale. In molti Comuni italiani, per esempio, i veicoli elettrici non pagano i parcheggi, neanche nelle strisce blu, e hanno libero accesso alle Zone a traffico limitato. Occhio però che in molte località questi vantaggi sono subordinati ad una registrazione sul sito del Comune ed è quindi importante informarsi in precedenza.
GLI ESPERTI DI GORI RISPONDONO
Posso eseguire la ricarica a casa?
Ovviamente si, è uno dei grandi vantaggi dell’auto elettrica. La sera quando si rientra si collega il cavo e lo si stacca quando la batteria è al livello desiderato. Un procedimento controllabile anche con delle apposite app. Ricaricare l’auto in casa ha inoltre un prezzo nettamente inferiore rispetto alla ricarica pubblica, si parla circa della metà (20-22 centesimi per kWh). Il contraltare di tutto questo è che la potenza dell’impianto casalingo è inferiore e quindi la ricarica richiede più tempo, ma è un problema facilmente arginabile con una buona gestione/programmazione dei tempi.
Che cosa è la wall-box ed è obbligatoria in garage?
Con il termine wall-box ci si riferisce ad uno strumento con cui si può trasformare una semplice presa di corrente casalinga in un punto di ricarica evoluto simile a quello di una colonnina. L’installazione è regolata da apposite normative (CEI EN 61851-1) e rappresenta un’alternativa ai normali metodi casalinghi di ricarica, ovvero con collegamento diretto (Modo 1, sconsigliatissimo per motivi di sicurezza) o con cavo con Control Box integrato. La Wall-Box è un dispositivo concepito appositamente per la ricarica dei veicoli elettrici tramite presa Schuko/industriale e negli edifici condominiali (o comunque negli spazi comuni) è una scelta più che necessaria. La normativa dice che la wall-box NON è obbligatoria in garage. A livello legale nulla impedisce di caricare l’auto elettrica con una normale presa di corrente, ma, come detto in precedenza, la wall-box permette di effettuare un rifornimento più intelligente, sostenibile e, soprattutto, sicuro.
Quanto costa ricaricare a casa?
Dipende dalla capacità del pacco-batterie che è in pratica il serbatoio della tua auto. Se questo si misura in litri, il pacco-batterie si misura in kWh. Considerando che: con un kWh si percorre minimo 4-5 km, che i pacchi-batterie vanno dai 18 kWh ai 100 kWh e che il rifornimento a casa costa 20-22 centesimi per kWh, possiamo dedurre che la ricarica casalinga può avere un costo che va dai 4 ai 20 euro. Va tuttavia tenuto di conto che le dotazioni di batterie più grandi richiedono caricatori più veloci con costi più elevati.
Quanto costa ricaricare a casa?
Dipende dalla capacità del pacco-batterie che è in pratica il serbatoio della tua auto. Se questo si misura in litri, il pacco-batterie si misura in kWh. Considerando che: con un kWh si percorre minimo 4-5 km, che i pacchi-batterie vanno dai 18 kWh ai 100 kWh e che il rifornimento a casa costa 20-22 centesimi per kWh, possiamo dedurre che la ricarica casalinga può avere un costo che va dai 4 ai 20 euro. Va tuttavia tenuto di conto che le dotazioni di batterie più grandi richiedono caricatori più veloci con costi più elevati.
Cosa serve per usare le colonnine pubbliche ?
E’ necessario dotarsi di una app o di una card apposita che permetta di abilitarsi per la ricarica e di terminarla una volta raggiunta la quantità di energia desiderata. Sarà poi questa ad accreditare automaticamente sul tuo conto il costo della ricarica. Tra le due, l’app è la soluzione preferibile visto che ha tutta una serie di funzioni aggiuntive che assistono l’operazione (come la possibilità di prenotare o cercare la stazione di ricarica desiderata). Una volta terminato l’utilizzo della presa, la postazione va lasciata immediatamente, non solo per garantirne la disponibilità a tutti, ma anche perché molti operatori prevedono un addebito per il tempo di occupazione senza ricarica. Va inoltre ricordato che è vietato lo stallo nello spazio di ricarica come se fosse un parcheggio.
CONCLUSIONI
Nel complesso, le auto elettriche rappresentano un ottimo investimento grazie al notevole risparmio sui costi di benzina e di manutenzione. Grazie ai progressi nella tecnologia delle batterie, le auto elettriche sono in grado di percorrere distanze più lunghe che mai, quindi sapete che non rimarrete a piedi senza carica. Con una stazione di ricarica adeguata e una gestione efficiente dell’energia, con un’auto elettrica sarai sicuro di rimanere sulla strada molto più a lungo. Senza contare che sono affidabili quanto le auto tradizionali a benzina. Se sei alla ricerca di un’alternativa più ecologica ed economica ai veicoli tradizionali, non c’è niente di meglio che guidare un’auto elettrica. Segui i nostri consigli e passa oggi stesso a un mezzo di trasporto pulito e coscienzioso, alimentato dal sole!
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