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Impianti di climatizzazione auto: tutto quello che c’è da sapere.

Data ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2023

Dopo l’ultimo articolo dedicato agli impianti GPL o Metano, nel nostro nuovo focus ci occupiamo degli impianti di climatizzazione. Sei alla ricerca di informazioni generali o di approfondimenti specifici? Ci pensa il nostro nuovo articolo a rispondere alle tue domande sulla risoluzione dei problemi e sulla manutenzione degli impianti climatizzazione auto. Allaccia le cinture e unisciti a noi per scoprire come questi fantastici dispositivi ci tengono al fresco durante le estati soleggiate e al caldo in inverno. 

Aria condizionata auto: attenzione, arriva la multa!


Climatizzatore Auto: Storia e Funzionamento

Come è nato, come si è evoluto e come funziona il climatizzatore dell’auto?

L’impianto di climatizzazione è probabilmente lo strumento più utilizzato e sfruttato sui veicoli moderni, soprattutto in estate e con l’avvicinarsi della bella stagione è inevitabile che questo argomento torni “caldo”. Non molti infatti sanno che, come tutte le altre parti del veicolo, anche l’aria condizionata auto necessita di una manutenzione periodica per garantire efficienza e salubrità ed evitare dannose perdite di gas che possono essere sia molto inquinanti che costose. Insomma, un impianto di climatizzazione in buono stato è importante sia per te che per l’ambiente. In questo articolo partiamo dalle basi e dopo una breve introduzione storica, passiamo ad analizzarne l’effettivo funzionamento. Ci concentreremo poi, sui componenti fondamentali di questa sezione del veicolo, sulle tipologie e sugli altri componenti così come sulle principali problematiche che possono colpire il climatizzatore di un veicolo.

Storia ed evoluzione del Climatizzatore Auto

impianti climatizzazione

I primi tentativi di utilizzare la tecnologia dei climatizzatori sugli autoveicoli risalgono agli anni trenta, quando alcuni proprietari di veicoli di lusso iniziarono a installarli artigianalmente. Questi erano, ovviamente, semplici prototipi dal funzionamento spesso fallace e bisognerà aspettare gli anni 40 per il primo modello di climatizzatore installato direttamente sui veicoli da una casa automobilistica. Si trattava della General Motors, che iniziò a collaudare questo accessorio sulle sue Packard e Cadillac.

Poco dopo l’inizio del periodo di sperimentazione, tuttavia, scoppiò la seconda guerra mondiale e gli optional sui veicoli passarono giustamente in secondo piano, tanto che bisognerà attendere il 1953 per il primo sistema di climatizzazione completamente funzionante, installato sulle Chrysler Imperial. Pochi anni dopo, negli anni sessanta, iniziò l’espansione massiva sul mercato che presto coinvolse anche i mezzi di trasporto industriali, gli autocarri e i mezzi di trasporto pubblico. A oggi il climatizzatore auto è considerato fondamentale ed è presente in quasi tutte le vetture.

Come Funziona il Climatizzatore Auto

Per capire come funziona il climatizzatore auto è necessario partire da un concetto fondamentale: quando un liquido si trasforma in gas assorbe calore; viceversa, quando un gas diventa liquido lo rilascia. Va inoltre ricordato il principio fisico secondo cui quando i fluidi di differenti temperature entrano in contatto, avviene un trasferimento di calore dagli atomi più caldi verso quelli più freddi. Di base quindi l’aria condizionata in realtà non produce aria fredda, ma sottrae quella calda dall’abitacolo. Specificato questo, il funzionamento è abbastanza semplice: l’aria calda presente all’interno dell’abitacolo viene raffreddata nel momento in cui fa ingresso nell’evaporatore, all’interno del quale circola un liquido freddo.

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A mettere in circolazione tale liquido è il compressore. Esso agisce su un apposito gas refrigerante in maniera molto simile ad una pompa, spingendolo così attraverso un condensatore dove questo viene liquefatto per poi essere inviato in un serbatoio all’interno nel quale vengono trattenute impurità e umidità. L’ultimo passaggio è il già citato evaporatore dove il liquido refrigerante viene infine bollito e trasformato in vapore così da assorbire il calore che si trova nell’abitacolo.

Gli elementi fondamentali

Riassumiamo quindi quali sono gli elementi fondamentali di un sistema di climatizzazione: un condensatore, una valvola di espansione, un evaporatore, un compressore, un filtro e una centralina elettronica di gestione. Questa e l’evaporatore sono interni all’abitacolo mentre gli altri componenti si trovano nel vano motore. All’interno del circuito del freddo (condensatore, valvola, evaporatore e compressore) c’è il gas refrigerante che, circolando nell’impianto e trovandosi a contatto con l’aria, svolge l’azione di sottrarre e trasportare il calore dall’interno all’esterno della vettura.

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Il compressore è uno degli elementi più vitali di tutto il sistema. Esso, trascinato dal motore, ha il fondamentale compito di comprimere il gas refrigerante ad alta pressione per farlo passare attraverso il condensatore e cedere calore all’esterno. E’ poi la valvola di espansione che permette il successivo raffreddamento tramite espansione (passando da circa 60°C a -20°C). Tale procedimento riduce inoltre la pressione riportandola a quella iniziale del gas. Da aggiungere infine che il gas assorbito dall’evaporatore, ovviamente, non viene sprecato, ma torna nel compressore dove ricomincia il ciclo fino al disinserimento del climatizzatore stesso. Per questo è importante una periodica manutenzione del sistema.


Climatizzatore Auto: Tipologie e Componenti

Climatizzatore auto manuale 

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Esistono due tipologie diverse di climatizzatore auto. La prima è quella manuale dove il livello di temperatura e umidità all’interno del veicolo viene controllato manualmente mediante tasti e manopole dall’utilizzatore e dove le alette per il convogliamento dell’aria vengono regolate mediante tiranti flessibili. L’impostazione aria fresca/ricircolo viene comandata elettricamente ed il ricircolo è a regolazione meccanica mediante manopola. Il principale svantaggio di questo sistema è che raggiunge con difficoltà le condizioni desiderate di temperatura e umidità, ma è molto versatile ed è controllato pienamente dall’utilizzatore.

Climatizzatore auto automatico 

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La seconda tipologia di climatizzatore auto è quella automatica in cui è richiesto solamente l’inserimento della temperatura e del livello di umidità desiderato, sarà poi il sistema a raggiungere in autonomia, mediante regolazione automatica attraverso una centralina di comando, tali parametri. Dei sensori individuano infatti la temperatura nell’abitacolo e un elaboratore compara quest’ultima con la temperatura richiesta così che i flussi d’aria calda o fredda siano controllati di conseguenza. A scapito di una minore libertà di controllo, questo sistema permette di avere una temperatura costante nell’abitacolo e l’aria fresca/ricircolo, nonché la valvola di accumulo, vengono movimentati da un unico attuatore elettrico.

Climatizzatore auto: componenti Principali

Proseguiamo approfondendo i componenti principali e fondamentali presenti nel climatizzatore auto. 

  • Evaporatore: questo è uno scambiatore di calore che viene investito esternamente dall’aria spinta da una ventola e diretta all’interno dell’abitacolo. L’aria passando attraverso l’alettatura dell’evaporatore si raffredda raggiungendo circa i -10°C. All’interno dell’evaporatore, il fluido refrigerante, uscito dalla valvola di espansione, entra liquefatto e ne fuoriesce in forma gassosa.
  • Compressore: un componente con il compito di comprimere il gas refrigerante uscito dall’evaporatore. Può essere di tipo rotativo a palette o alternativo a pistoni con cilindrata fissa o variabile. Quest’ultima scelta viene preferita negli impianti più recenti e permette di lavorare a pressione variabile, assorbendo una potenza proporzionale alla richiesta di condizionamento, ottimizzando così i consumi. Il compressore è collegato al motore tramite un’elettrofrizione che si attiva nel momento in cui viene richiesta la refrigerazione (si può sentire il rumore tipico della frizione all’avvio).
  • Condensatore: posto davanti al radiatore, questo è un altro scambiatore di calore che ha il compito di liquefare il gas refrigerante. L’aria che arriva frontalmente alla vettura, infatti, passa attraverso l’alettatura del condensatore sottraendo calore e provoca la liquefazione del gas.
  • Valvola d’espansione: questo componente ha il compito, riducendo la pressione, di far espandere il liquido refrigerante abbassandone la temperatura.
  • Filtro disidratatore: un altro componente importante che ha il compito di eliminare ogni minima presenza d’acqua dal refrigerante. Questa, infatti, risulterebbe particolarmente dannosa per il compressore.

Componenti Ausiliari

All’interno degli impianti di climatizzazione auto ci sono tutta una serie di dispositivi di controllo che agevolano la gestione dell’impianto stesso e impediscono il manifestarsi di condizioni critiche. Vediamoli insieme:

  1. Pressostato: questo componente serve a proteggere il sistema nel caso in cui, durante il funzionamento, si generino valori di pressione anomali all’interno del circuito di alta pressione. Il gas refrigerante deve infatti restare tra i 3 e i 27 bar. Inoltre è utilizzato per aumentare lo scambio termico del condensatore quando il valore di pressione raggiunge i 16 bar e disinserirlo quando scende sotto i 12 bar.
  2. Termostato: questo serve invece a controllare la temperatura sull’evaporatore, abilitando o meno il funzionamento del compressore così da evitare la formazione di ghiaccio su di esso. Nella pratica interrompe l’alimentazione del compressore a temperature prossime ai 3-4°C e la riattiva agli 8-10°C.
  3. Sensori di temperatura: per quanto riguarda la temperatura interna ed esterna del veicolo, questa viene misurata tramite due rispettivi sensori, uno posizionato all’interno dell’abitacolo e l’altro, solitamente, sotto lo specchietto retrovisore esterno destro. Questi sono fondamentali per determinare la potenza refrigerante che il circuito del freddo deve erogare. Ci sono inoltre altri sensori che controllano la temperatura di questo circuito e, in particolare, quella dell’evaporatore, così da ottimizzare il funzionamento dell’impianto.
  4. Sensore d’umidità: questo sensore interno informa la centralina in merito al tasso d’umidità presente nell’abitacolo così da azionare anticipatamente lo sbrinatore del parabrezza al raggiungimento di un determinato valore (antiappannamento).
  5. Sensore solare: esiste un altro sensore ausiliare che è quello che determina l’angolo di irraggiamento solare sull’abitacolo. Questo permette di distribuire in maniera ottimale l’aria fredda all’interno dell’abitacolo.

Quali sono i problemi comuni che colpiscono l’impianto clima e come si possono prevenire?

Disporre di un impianto di climatizzazione perfettamente funzionante è indispensabile. Non solo questo aumenta il confort dei nostri viaggi in auto durante il torrido periodo estivo, ma è una parte importante della nostra sicurezza alla guida: un’aria salubre, filtrata e alla giusta temperatura, mantiene il guidatore più tranquillo, desto e reattivo, rendendolo meno incline agli errori di distrazione. Questo è ancora più vero oggi, rispetto a concetti di igienizzazione e sanificazione, ma raramente si pensa alla pulizia e manutenzione degli impianti clima dei veicoli.

Il cattivo odore

impianti climatizzazione

Uno dei primi e più comuni indicatori di malfunzionamento dell’impianto clima è il cattivo odore presente all’interno dell’abitacolo del veicolo. Una delle possibili cause potrebbe essere la necessità di pulire o sostituire il filtro antipolline, ovvero quel componente che filtra l’aria dai batteri, germi e acari prima di raffreddarla. Prima di pensare ad una vera e propria sostituzione del filtro, intervento che richiede una manutenzione professionale, si può però provare a pulirlo con uno dei molti prodotti dedicati. Questi hanno anche il vantaggio di pulire molti altri elementi del circuito dell’aria condizionata che potrebbero contribuire alla proliferazione di germi e batteri, come lo scarico della condensa o l’evaporatore.

Un altro consiglio è quello di prevenire l’insorgere di cattivi odori con alcune precauzioni che evitano il ristagno di germi e batteri. Far andare il riscaldamento al massimo prima di spegnere il motore può impedire la formazione di muffe nell’evaporatore così come può essere utile, prima di spegnere il motore, disattivare l’aria condizionata auto e far partire la ventola al massimo della sua potenza. Si può anche pensare di liberare lo scarico della condensa usando l’aria compressa per poi disinfettare e igienizzare i circuiti dell’impianto per rimuovere eventuali residui, ma in questo caso è comunque caldamente consigliata la rimozione e sostituzione del filtro del condizionatore.

Compressore e radiatore

Al di là del cattivo odore, se l’impianto clima dell’auto non funziona correttamente (magari ha una potenza minore del dovuto) o smette di funzionare del tutto, è probabile che il guasto dipenda dal compressore. Come già detto nelle scorse settimane, questo è un componente vitale dell’impianto visto che si occupa di comprimere il gas che fuoriesce dall’evaporatore. Tutti i tipi di compressori sono collegati al motore mediante un’elettrofrizione, il cui rumore è proprio quello che si sente quando si aziona il condizionatore. Se sentite un suono alterato, questo potrebbe indicare proprio un malfunzionamento di questo tipo, che richiede un intervento approfondito.

Prima di portare il proprio veicolo in officina si possono tuttavia verificare le condizioni del radiatore del climatizzatore auto che è solitamente posto davanti a quello del motore. Se questo è sporco, infatti, potrebbe influenzare negativamente il raffreddamento del gas refrigerante, impedendogli di raggiungere la giusta temperatura richiesta dall’impianto. La soluzione in questo caso è semplice e solitamente consiste in un lavaggio con un getto d’acqua ad alta pressione. Occhio però a non pensare che questo possa risolvere problemi più gravi che potrebbero essere sorti in seguito, bisogna sempre fare attenzione ed in caso di malfunzionamento, dirigersi subito in officina.

Altri Problemi Comuni

Oltre ai due problemi di cui abbiamo parlato sopra, ce ne possono in realtà essere altri. Un malfunzionamento dei sensori di pressione e temperatura può portare ad un abbassamento generale dell’efficienza dell’impianto clima. Allo stesso modo la quantità di fluido refrigerante presente nel circuito potrebbe essere, semplicemente, diventata insufficiente. Tale abbassamento di livello negli anni è, per altro, fisiologico, ma se questo avviene repentinamente vuol dire che probabilmente c’è una perdita da individuare e sistemare.

Il sistema dietro all’aria condizionata dell’auto è molto più complesso di quanto sembra ed un suo malfunzionamento potrebbe essere conseguenza di un problema più grave. Ignorarlo o trattarlo con superficialità può portare a gravi conseguenze economiche e di tempo. Per questo, a prescindere che si decida o meno di intervenire con un po’ di fai-da-te per cercare di risolvere il problema, conviene sempre recarsi da un professionista, almeno per un controllo di sicurezza che ci permetta di stare tranquilli.

Ricordiamo inoltre di effettuare periodicamente una manutenzione dell’impianto clima proprio per scongiurare in anticipo eventuali guasti che possono poi obbligare a interventi ben più dispendiosi.


I filtri dell’impianto clima

I filtri dell’aria

Il filtro dell’aria è ciò che divide l’impianto clima dall’aria esterna, ma, per quanto si tenda ad usare questo termine al singolare, in realtà all’interno dell’auto esistono due filtri che svolgono questa funzione. Il primo è il filtro dell’aria propriamente detto che è situato nel vano motore e fa sì che fogliame, detriti e polvere non entrino nella camera di combustione dello stesso. Il secondo viene invece definito tecnicamente come filtro antipolline o filtro abitacolo (essendo collocato tra l’impianto e quest’ultimo) e si occupa di evitare l’ingresso all’interno dell’auto di allergeni, pollini, batteri e virus.

impianti climatizzazione

Ovviamente entrambi i filtri sono soggetti a usura ed utilizzare l’impianto con un dispositivo ormai logoro non assicura alcun tipo di protezione. Se il filtro dell’aria propriamente detto richiede un intervento sul motore per la sostituzione, nel caso di filtro antipolline usurato si può procedere anche ad una sostituzione fai-da-te, facendo però attenzione a quale categoria di filtro si va ad installare. Ne esistono infatti due tipologie: una in fibra o carta che riduce la quantità di polveri e pollini introdotti nell’abitacolo ed una ai carboni attivi che è leggermente più costosa, ma blocca quasi completamente pollini e batteri insieme ad altre sostanze nocive come, per esempio, quelle emesse dagli scarichi dei veicoli.

L’importanza di igienizzare

Un’operazione connessa alla sostituzione dei filtri e spesso ignorata è quella dell’igienizzazione e disinfezione del climatizzatore auto. Come detto in precedenza, l’impianto dell’aria situato nel vano motore si occupa solo di bloccare “gli intrusi” più grandi non limitando eventuali sostanze nocive più piccole come batteri ed impurità che vengono invece fermati dal filtro antipolline. Quando arrivano a questo, però, i batteri e le impurità sono già nei condotti dell’impianto di climatizzazione e proprio qui tendono ad accumularsi del tempo, dando via a spiacevoli contro-indicazioni con il tempo (tipo il cattivo odore).

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Il trattamento consigliato è una combinazione di operazioni: da una parte un’igienizzazione profonda dell’abitacolo, meglio se eseguita con un prodotto assorbiodori apposito, e dall’altra una disinfezione con ozono dei condotti dell’impianto clima. Questa seconda richiede circa 15 minuti di lavoro in cui si eroga dell’ozono nelle bocchette di aerazione tramite un apposito macchinario per poi attivare il ricircolo dell’impianto, così da avere la certezza che tutto sia disinfettato a dovere. Prima di risalire in macchina, poi, conviene far arieggiare la stessa per qualche minuto. Per quanto questa operazione sembri semplice sulla carta.

La particolarità dell’ozono rende fondamentale affidarsi a professionisti preparati poiché un’applicazione sbagliata può essere pericolosa o inefficace.

Quanto costa sostituire i filtri del climatizzatore auto?

Il costo dei filtri di ricambio per il condizionatore d’aria può variare notevolmente a seconda della marca e del modello del veicolo. Se il sistema di filtraggio da sostituire è più vecchio e meno efficiente, il costo può aumentare, così come alcuni veicoli di fascia più alta possono avere filtri più complessi con un prezzo di sostituzione maggiore.


Impianto Clima: la ricarica del gas

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Scopriamo ora in che cosa consiste la ricarica del gas per l’impianto clima, R134A o R1234YF, e quanto può costare.

Che cos’è il gas dell’impianto clima e ogni quanto va cambiato?

Come detto in precedenza, il funzionamento dell’impianto dell’aria condizionata dell’auto dipende dalla presenza di: un serbatoio che contiene il gas refrigerante, un compressore collegato direttamente al motore ed un circuito di tubi che consente la circolazione dell’aria dall’esterno fino all’abitacolo. Il compressore comprime il gas refrigerante portandolo da 1 a 16 bar, questo attraversa quindi il condensatore e rilascia il calore all’esterno. Successivamente il gas condensato viene raffreddato fino a -20°C e riportato ad 1 bar in modo da assorbire calore dall’aria dell’abitacolo. Va ricordato infatti che l’aria condizionata in realtà non immette aria fresca nell’abitacolo, ma assorbe il calore da quella presente.

Il gas refrigerante risiede quindi in un apposito serbatoio a tenuta stagna e, visto che il circuito dell’impianto clima è a ciclo continuo, il consumo naturale avviene in un lasso di tempo molto ampio. Di base si consiglia di effettuare la ricarica del gas ogni 2 anni o ogni 60.000 km per quanto molte vetture non presentino problemi neanche dopo un tempo maggiore. Tuttavia eventuali perdite o malfunzionamenti nell’impianto possono portare ad un consumo anticipato del gas. In tal caso comunque ve ne accorgerete subito visto che l’impianto clima non riuscirà a raffreddare abbastanza l’abitacolo o proprio cesserà di assorbire calore risultando completamente inefficace.

Che differenza c’é tra gas R134A e gas R1234YF?

Quando si parla di ricarica del gas dell’impianto clima di un’auto, si sente spesso parlare anche di queste due sigle. Esse indicano 2 tipologie di gas diverso la cui principale differenza è legata ai valori di inquinamento. Lo standard internazionale per misurare l’impatto di un gas nel deterioramento dello strato di ozono nell’atmosfera è il GWP (Global Warming Potential).

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Il gas usato in precedenza, il R134A, ha un GWP di 1430, ben al di sopra del massimo consentito (150 GWP). Per tale motivo la Commissione Europea ha quindi stabilito dei limiti restrittivi ed ha incentivato la produzione di un nuovo gas refrigerante che ha un valore GWP di solo 4. Questo è il R1234YF.


Impianto clima: cosa fare in caso di perdita

Il climatizzatore auto funziona grazie alle proprietà chimico-fisiche di un gas inserito a pressione nel proprio circuito. Una sua dispersione nel tempo è più che naturale e per questo si consiglia di ricaricare il gas ogni 2 anni o 60.000 km (come visto settimana scorsa), tuttavia una perdita potrebbe alterare questi tempi. Come capire se c’è questa necessità? In questo video i trucchi per usare il climatizzatore al meglio.

Di base basta usare un termometro da porre davanti alle bocchette. Una volta che queste sono accese, la temperatura dell’aria con l’auto all’ombra deve essere pari a 10°C o meno perché l’impianto clima sia considerato efficace. Se così non è, non è detto che ci sia una perdita, ma sicuramente serve ricaricare il gas e controllare l’impianto. Se, a maggior ragione, questa operazione è già stata svolta da poco e non sembra aver sortito effetti, allora la presenza di una perdita (o più) all’interno dell’impianto è praticamente garantita.

Possibili cause

Cosa può causare una perdita nell’impianto clima? In realtà ci possono essere varie risposte. Le situazioni più comuni sono quelle di piccoli incidenti che, pur non danneggiando esternamente l’auto, nell’impatto causano una piccola fessurazione nell’impianto. Altra casistica comune è quella in cui le componenti del climatizzatore vengono colpite da detriti o piccoli oggetti. Tale impatto non è detto che sia sempre percepibile sul momento e potrebbe avvenire anche in modo casuale mentre si percorre una strada o si effettua una manutenzione ordinaria. Infine, lavare ad alta pressione la zona del motore potrebbe portare a piccoli danneggiamenti dell’impianto clima e quindi a delle perdite.

Quando si verifica una delle precedenti eventualità e ce ne accorgiamo, fare un giro di controllo in officina non è una cattiva idea. In ogni caso, compreso che si ha una perdita nell’impianto clima, il passo successivo è individuarla.

Come individuare una perdita?

impianti climatizzazione

Va bene, abbiamo capito che c’é una perdita nell’impianto clima e sappiamo anche più o meno dove cercarla, ma come la si può individuare con precisione? Esistono 3 tipologie diverse di tester per effettuare questa operazione, ovvero:

  • Rilevatore di gas a schiuma: è il metodo più semplice, ma, proprio per questo, con molti limiti. Si svuota l’impianto e si porta ad una pressione maggiore di quella di esercizio tramite l’azoto. A questo punto la perdita può essere o avvertita tramite il sibilo di gas che fuoriesce o spruzzando la sopraccitata schiuma sulla parte da osservare per vedere se abbiamo indovinato il punto.
  • Soluzione di contrasto e lampada UV: in pratica si inserisce un tracciante nel refrigerante tramite delle apposite pistole. Esistono varie procedure che agiscono sia a impianto vuoto che pieno, ma il concetto di fondo è che, dopo l’inserimento, il tracciante sarà poi visibile nel punto di rottura tramite l’utilizzo di una lampada UV.
  • Rilevatore elettronico di gas: la soluzione più precisa, ma anche la più complessa e costosa da effettuare. Questa consiste nell’usare un apposito strumento elettronico (come quello nella foto qua sopra) che riconosce la presenza di gas alogeni e permette di individuare anche le perdite più piccole e nascoste, quelle che non sarebbero normalmente visibili usando la schiuma o il tracciante.

GLI ESPERTI DI GORI RISPONDONO

Ogni quanto pulire il filtro aria?

Uno dei più grandi errori dei conducenti è quello di sottovalutare la pulizia dei filtri dell’aria condizionata. D’altronde il loro lavoro non viene percepito attivamente e spesso ci si accontenta che il climatizzatore faccia il suo dovere quanto basta. Non ci si rende effettivamente conto dei potenziali rischi per la nostra salute derivanti da un filtro sporco o usurato. In ogni caso, la periodicità della manutenzione dei filtri aria dell’auto è la stessa di quelli casalinghi, ovvero questa va eseguita almeno una volta all’anno. Certo, abbondare non fa mai male viste tutte le impurità presenti su strada e con cui potremo entrare in contatto.

Inoltre, al momento del controllo, ci si può rendere conto che il filtro in realtà non sia ancora usurato e che quindi non serva sostituirlo e basti pulirlo. Questa è in realtà un’operazione abbastanza semplice. Per eseguirla si può utilizzare una schiuma o un prodotto apposito da spruzzare nei condotti di aspirazione della ventola per poi accendere il condizionatore e lasciarlo in funzione a massima potenza per una decina di minuti. Questo farà sì che l’evaporatore si asciughi a dovere. Successivamente dovremo aprire la scatola del filtro e spruzzare lo stesso prodotto su tutti i condotti, per poi riavviare nuovamente il condizionatore alla massima potenza. Fatto ciò, potremo ritenerci soddisfatti di aver pulito a dovere tutto. Da Gori Carrozzeria eco-officina di Grosseto puoi sia igienizzare/disinfettare il tuo veicolo che effettuare la manutenzione dell’impianto clima.

Come capire quale gas richiede la vostra auto?

Beh, non è semplice perché le auto che alla loro produzione usavano il gas R134A devono continuare ad usare quest’ultimo. Basta vedere l’anno di produzione quindi? Purtroppo NO perché, nonostante l’utilizzo del R1234YF sia iniziato nel 2013 (dopo l’iniziale approvazione nel 2008), in quell’anno non era ancora stata terminata la produzione del gas e non ce n’era a sufficienza per tutte le auto. Questo senza contare che un nuovo refrigerante richiedeva appositi strumenti e sistemi per maneggiarlo. Dal 1 gennaio 2017 il gas R1234YF è obbligatorio per tutte le auto (quindi se hai una macchina uscita in quest’anno o dopo, usi questo gas), ma se il tuo veicolo è stato prodotto tra il 2013 ed il 2017, ha pari possibilità di usare o uno o l’altro gas e va valutato caso per caso.

Quanto costa igienizzare e sanificare il climatizzatore auto?

Il costo della sanificazione e dell’igienizzazione dell’impianto di climatizzazione dell’auto dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di veicolo, la complessità dell’impianto e le eventuali riparazioni necessarie. Quando si sottopone l’auto a una manutenzione regolare, il tecnico probabilmente farà una valutazione delle sue condizioni e stabilirà se l’aria condizionata ha bisogno di essere pulita o di altri interventi di manutenzione.

Quali sono i costi e le avvertenze sulla ricarica del gas dell’impianto clima?

Di base la ricarica del gas per l’impianto clima non riserva grosse sorprese, visto che questa è un’operazione che ha un costo fisso dipendente dal gas utilizzato. Il R134A, circa 59 euro, è decisamente più economico del R1234YF, circa 180 euro. Bisogna tuttavia dire che, quando si interviene sull’impianto clima per ricaricare il gas, si fanno tutta una serie di operazioni di controllo e manutenzione aggiuntive che possono far aumentare il costo finale. Si va dai trattamenti igienizzanti fino al controllo/sostituzione dei vari filtri passando per l’eventuale disinfezione dell’abitacolo. Questi vanno comunque accettati anticipatamente dal proprietario del veicolo.

Un’ultima cosa da dire riguarda l’eventualità di effettuare la ricarica del gas per conto proprio con il fai-da-te. Questa è un’operazione teoricamente possibile, tanto che esistono alcuni kit in commercio per effettuarla, ma fortemente sconsigliata per numerosi motivi. Prima di tutto, le officine non si limitano a ricaricare il gas, ma fanno anche un check-up completo per evidenziare eventuali perdite che renderebbero la ricarica inutile. Poi va detto che gli impianti che funzionano con un tipo di gas non accettano l’altro e, come visto in precedenza, a volte solo un operatore preparato potrà capire se l’auto accetta il R134A o ha bisogno del R1234YF. Infine, parlando di quest’ultimo, va detto che sì, questo gas ha un impatto inferiore sull’ambiente, ma è altamente infiammabile! Le officine hanno dovuto adottare nuovi standard di sicurezza per la sua gestione e le stazioni di ricarica utilizzate sono progettate in modo da evitare esplosioni durante il funzionamento, ma è altamente sconsigliato maneggiarlo se non si è adeguatamente preparati.

Ti ricordiamo che da Gori Ecofficina di Grosseto puoi eseguire la ricarica del gas, sia R134A che R1234YF. Puoi richiederla e scoprire maggiori dettagli sia sul sito che chiamandoci direttamente.


CONCLUSIONI

L’impianto di climatizzazione garantisce una temperatura e una qualità d’aria ottimale per conducente e passeggeri, sia d’estate che d’inverno. La manutenzione regolare dell’impianto, con il controllo del filtro e del fluido refrigerante, è importante per garantire l’efficacia dell’erogazione di aria condizionata all’interno dell’abitacolo. Nel nostro prossimo articolo un viaggio nel mondo delle auto elettriche e delle bici elettriche!

Quali sono i segnali di allarme?

  • Odori sgradevoli all’interno dell’abitacolo
  • Aria condizionata non abbastanza fredda
  • Umidità all’interno dell’abitacolo
  • Condensa sul parabrezza
  • Aumento del consumo di carburante
  • Rumorosità eccessiva o anomala

Gori Officina si occupa anche di Revisione auto, Tagliando e calibrazione ADAS.


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Ci occupiamo del controllo climatizzatore auto: diagnosi e riparazioni, disareazione e ricarica di climatizzatori ed impianti di aria condizionata. Ma anche… trattamento anti­batterico, controllo temperatura, controllo e sostituzione filtri abitacolo, controllo del peso e sostituzione del fluido.

Perché affidarci il controllo dell’impianto di climatizzazione auto?

Per la tua sicurezza

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  • D’estate, il raffreddamento dell’abitacolo permette di ridurre il senso della stanchezza dovuto al caldo
  • D’inverno, il disappannamento del parabrezza garantisce una perfetta visibilità

Per la tua salute e il tuo benessere

  • Per filtrare le impurità e l’umidità dell’aria nell’abitacolo e limitare i rischi di allergie
  • Per ottenere una temperatura stabile in ogni stagione
  • Per migliorare il comfort di guida

Per il tuo risparmio

  • Permette di allungare la durata dell’impianto
  • Permette di mantenerlo in perfette condizioni d’uso

Sia d’estate che d’inverno, accendi il climatizzatore almeno per 10 minuti ogni 15 giorni. Richiedi una volta all’anno un controllo dell’efficienza dell’impianto. Ogni anno fai effettuare un trattamento antibatterico e cambia il filtro dell’abitacolo. Ogni 2 anni fai ricaricare il circuito di condizionamento. Approfitta delle nostre offerte. Approfitta del check-up dell’impianto di climatizzazione per richiedere un controllo antibatterico.

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