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ToggleCon bicicletta elettrica ci si riferisce soprattutto alle biciclette con pedalata assistita, per quanto esistano anche bici con alimentazione propria che, però, secondo le regole del codice della strada italiano, finiscono spesso in un’altra categoria di veicoli, quella dei ciclomotori.
A quanto ammonta, a cosa è dovuto il successo della bici elettrica e quali sono le controindicazioni?
Non è un mistero che nel primo periodo post-covid, le vendite delle e-bike siano aumentate esponenzialmente ancora più velocemente di quanto stavano facendo prima (o meglio, lo hanno fatto nel 2020, dopo la 1° quarantena). Oggi le biciclette elettriche sono quasi sulla bocca di tutti, ma a quanto ammonta questa crescita, cosa l’ha scatenata e quali sono i problemi derivati? Di tutto questo parliamo nel nostro nuovo articolo.
Il boom delle biciclette elettriche
Dopo un 2020 straordinario che ha fatto saltare tutti i record di vendita, sia in Italia che nel resto del mondo, e un 2021 altrettanto fenomenale, sembra che il 2022 ci stia portando verso una normalizzazione del mercato. Ma attenzione, questa nuova fase potrebbe nascondere qualche sorpresa che potrebbe destare preoccupazione.
Parliamo di biciclette tradizionali, ma soprattutto di biciclette a pedalata assistita. I motivi dietro alla crescita degli anni precedenti riguardano ovviamente la pandemia vera e propria, poiché la paura del contagio ha fatto svuotare i trasporti pubblici delle città e, se nei centri urbani più piccoli si è tornati ad usare molto l’auto, in quelli più grandi come i capoluoghi di provincia, Roma o Milano era impensabile recarsi ogni giorno a lavoro con questo mezzo. Il secondo motivo è da ricercarsi nel generoso buono mobilità promosso dal governo, “approfittando” della situazione, ha visto bene di spingere la mobilità urbana verso una direzione più ecosostenibile. Nel 2023 il bonus bici elettrica torna, ma solo a livello regionale.
La (ri)scoperta della bicicletta elettrica
Il terzo motivo dietro questa crescita è, però, quello più interessante perché si parla proprio di una riscoperta della bicicletta come veicolo. Fino al 2019, infatti, la bici elettrica era vista con scherno da tutti come la bicicletta per coloro che non riuscivano a pedalare e avevano problemi di mobilità. Un costrutto culturale falso, visto che la bici elettrica non pedala al posto del ciclista, ma semplicemente lo aiuta, che però aveva preso velocemente piede, forte del fatto che gran parte della popolazione non aveva mai provato il veicolo in questione, né sentiva il bisogno di farlo. La pandemia ha però obbligato a superare questo ostacolo.

La leggenda metropolitana creata in precedenza è quindi crollata nel momento in cui si è scontrata con la realtà della pratica e nel 2020 si è vissuta una vera e propria riscoperta della bici elettrica. Per assurdo le uniche persone insoddisfatte sono quelle che prima venivano individuate come le uniche interessate al prodotto, ovvero quelle che vorrebbero una bici che pedala per loro(ma per quello esistono i ciclomotori elettrici). Tutti gli altri hanno invece scoperto che le biciclette a pedalata assistita non solo non annullano il fascino di andare in bicicletta, ma aiutano a farlo in modo meno faticoso e più piacevole. Il risultato è che le e-bike si sono espanse in settori in cui prima faticavano ad entrare nonostante sembrassero quasi fatti su misura per loro, settori come, per esempio, il cicloturismo, ovvero un giro di affari che, stando a Legambiente, vale in Italia da solo la bellezza di 7,6 miliardi!
Il problema attuale delle biciclette elettriche
Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica e questa improvvisa crescita nelle vendite delle biciclette elettriche ha delle conseguenze negative. A cosa ci riferiamo? Alla scarsità del prodotto e dei pezzi di ricambio. Pensandoci bene è logico, se un bene raddoppia le proprie vendite, è chiaro che le scorte in magazzino si esauriranno prima del previsto poiché fino all’anno prima il mercato non richiedeva un simile supporto. Normalmente questo sarebbe un problema poco impattante perché, in condizioni normali, i produttori di biciclette si limiterebbero ad aumentare la produzione così da poter soddisfare al più presto la domanda. La situazione diventa però critica nel momento in cui ci si rende conto che il 2020 non è stato un anno normale e che inon solo molte produzioni si sono fermate, ma anche i trasporti merci sono stati bloccati a lungo!

Senza materie prime non si possono produrre biciclette nuove, ma neanche pezzi di ricambio fondamentali come cerchioni e batterie. Ogni pezzo di ricambio richiesto è un gioco d’azzardo perché non si sa quando sarà disponibile. A questo uniamoci anche il fatto che il bonus bici ha spinto molte persone a gettarsi sulle biciclette senza la dovuta esperienza e conoscenza, spesso scegliendo mezzi a basso prezzo, ma dalla qualità molto dubbia. Mezzi che ora sono inutili visto che non sono riparabili a causa della mancanza di ricambi, ma la colpa non è certo della bici elettrica. Questo vuol dire che non dobbiamo comprare nuove e-bike? No, sbagliato, ma vuol dire che dobbiamo farlo con una migliore consapevolezza e conoscenza.
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Che cosa rischia chi trucca la propria bicicletta elettrica e perché, nonostante ciò, viene fatto comunque?
C’è un altro problema che si sta facendo sempre più pressante ed è quello delle bici elettriche truccate per avere una potenza superiore del previsto. D’altronde le stesse forze dell’ordine si stanno attrezzando per trattare il problema al meglio. Proprio di questo parleremo quindi nell’articolo di oggi.
Perché è una pessima idea truccare una bici elettrica?
Entriamo subito nel vivo dell’argomento con le cattive notizie per chi ha già effettuato questa modifica illegale. I motivi per cui truccare una eBike è una pessima idea sono tre:
– La sicurezza alla guida: se i costruttori hanno stabilito una certa potenza per quella bici elettrica, vuol dire che avevano le loro ragioni e che tutto è stato progettato e realizzato in merito a tale valore. Cosa significa? Beh, significa che, per esempio, nessuno assicura che i freni presenti siano adeguati ad un veicolo che va ad una velocità raddoppiata rispetto a quella prevista. Non poter frenare non è proprio il massimo quando si va in bici, no?
– La garanzia del costruttore: che decade all’istante nel momento in cui si interviene a modificare i parametri di funzionamento. Un aumento di potenza, infatti, non avrà tanto impatto sul motore, quanto sulla batteria che sarà sottoposta a cicli di scarica più intensivi. Ne segue che, in caso di malfunzionamenti, si dovrà rispondere di tasca propria anche per una bici elettrica appena acquistata e molti ricambisti e meccanici potrebbero rifiutarsi di operare sul veicolo proprio perché questo non è regolamentare. Ne vale davvero la pena?
– Ancora non ti basta? Ecco il terzo motivo: è illegale: l’omologazione delle bici elettriche in Europa impone il limite della potenza a 250 W così da avere una velocità massima di 25 km/h. Una potenza superiore viene identificata, dal Codice della Strada, come propria di un ciclomotore che richiede quindi un’apposita patente, un’assicurazione e così via. Essere fermati dalle forze dell’ordine su una bici elettrica truccata equivale, a livello legale, ad essere fermato su un ciclomotore senza avere la patente. Le sanzioni sono decisamente salate, fidati, senza contare che è prevista la confisca immediata del mezzo.
Perché vengono truccate le bici elettriche?
Viste le conseguenze negative del truccare una bici elettrica, la domanda viene naturale: perché le persone rischiano così tanto e procedono comunque alla modifica? La realtà è che spesso c’è dietro tanta ignoranza in materia. Magari chi acquista il veicolo vorrebbe solo che questo fosse più performante e la modifica è così semplice e diffusa che a volte persino gli stessi venditori la propongono per incentivare le vendite. Una tattica di marketing riprovevole che non tiene proprio a cuore il benessere e gli interessi del cliente, bisogna dirlo, ma che purtroppo viene usata spesso. Fai quindi molta attenzione a non farti ingannare.

Va poi detto che la modifica di una bicicletta elettrica è facilissima da eseguire. Spesso e volentieri il blocco della velocità si può eliminare da soli a costo zero ed i kit di sostituzione della centralina sono necessari solo se la bici è progettata per essere a prova di manomissioni o è particolarmente sofisticata. Insomma, se uno non sa che quanto sta facendo potrebbe avere conseguenze gravi e gli viene invece detto che con poco e nulla quella bicicletta elettrica potrebbe diventare un ciclomotore che non necessita di patente ed altri documenti… è comprensibile che poi lo faccia, no? Per la legge, però, l’ignoranza non è una scusa.
Questo diventa poi particolarmente vero quando la velocità è un fattore di guadagno. Pensiamo ai rider per le consegne a domicilio, la cui paga è direttamente collegata al numero di consegne che riescono a fare in un dato tempo. Più si è veloci, più si guadagna. Infatti la maggior parte dei controlli hanno registrato infrazioni proprio tra queste figure professionali. Non è certo un caso. A tal proposito, per i controlli viene usato un banco di prova mobile a rulli che non lascia dubbio sulla capacità di velocità massima della bicicletta elettrica presa in esame. L’ignoranza e la voglia di fare i furbi della situazione può costare caro, in tutti i sensi (anche perché un rider senza bici poi non lavora più). Fai sempre attenzione.
La mobilità sostenibile deve spingerci ad essere più responsabili, non ad infrangere più agilmente la legge.
Quali sono le caratteristiche fondamentali delle biciclette con pedalata assistita da tenere a mente al momento dell’acquisto?
Parliamo prima di tutto di due caratteristiche molto importanti: il motore/batteria e il peso (legato a un discorso di furto e trasporto). Chiuderemo poi il tutto con 4 consigli per chi si vuole impegnare in questo acquisto particolare.
Motori e Batterie

Le batterie delle pedelec sono agli ioni di litio e hanno una capacità, nei modelli da città, di 400-550 watt/ora. L’autonomia varia a seconda di vari fattori (peso del carico, tipo di assistenza usata, ecc.), ma in linea generale, se la si usa per fare circa 15 chilometri al giorno, basta ricaricarla ogni tre giorni. I produttori comunque consigliano di non lasciarle mai scaricare del tutto e di mantenerle sempre a minimo 50-59%. Generalmente la batteria è attaccata al telaio in mezzo alla bici e può essere staccata per essere poi caricata in casa. Se questo non è possibile, bisogna avere la possibilità di ricaricarla in un garage o di potersi portare la bici stessa in casa. Alcuni modelli più economici hanno la batteria sulla ruota (posteriore o anteriore), ma è una soluzione più scomoda.
Le principali aziende che producono motori e batterie per pedelec sono nomi noti: Bosch, Shimano e Yamaha. Questi marchi sono una garanzia anche grazie all’ottimo servizio di assistenza. E’ vero che è raro che i motori elettrici si rompano, ma può capitare e sicuramente avere una gestione clienti facile da chiamare, aiuta. In caso di acquisto on-line, verificare che il marchio della batteria sia uno di questi. Va inoltre fatta un’eccezione alla regola per l’azienda italiana Zehus. Se è vero che questa inserisce il proprio motore nella ruota posteriore, è anche vero che questo ha un sistema per il recupero dell’energia e, per questo, fa meno affidamento alla carica diretta della batteria.
Peso e Furto

Una cosa che accomuna tutte le pedelec è che, rispetto alle normali biciclette, pesano di più, in media tra i 23 e i 25 chilogrammi. Questo vuol dire che sono più scomode da trasportare, soprattutto se abbiamo davanti una rampa di scale. Cosa non di poco conto se tra il posto di lavoro e casa hai un sottopassaggio da attraversare oppure se si desidera spostarla una volta arrivati, magari perché è un modello pieghevole (come visto settimana scorsa). Certo, il peso maggiorato aiuta a “evitare” che la bici sia maggiormente a rischio di furto.
Bisogna dire inoltre che, se si ha paura di subire un furto, le aziende di lucchetti offrono spesso interessanti assicurazioni su questi modelli. Queste prevedono una buona indennità se si dimostra che la bici rubata era legata con il lucchetto dell’azienda (e che quindi questo non ha “funzionato”). Un altro palliativo per ridurre il rischio di furto è quello di rimuovere la batteria (se possibile) al momento del parcheggio. Certo, le batterie possono essere comunque riacquistate a parte, ma sicuramente, in questo modo, il modello è meno appetibile.
Altri 4 Consigli
Concludiamo il nostro articolo con ulteriori quattro consigli da tenere a mente al momento dell’acquisto di una bici elettrica:
- Prendere in considerazione la qualità dei freni perché 25 km/h non sono pochi e schiantarsi a quella velocità fa male.
- Indossare sempre un casco e magari provarlo prima, per essere sicuri di aver scelto la taglia giusta (un casco della taglia sbagliata è inutile). Per lo stesso motivo, bisogna sapere come indossare un casco nel modo corretto.
- Ricordarsi di usare comunque il cambio, non solo ed esclusivamente l’assistenza, per non usurare inutilmente un pignone e danneggiare il motore.
- Riflettere bene se conviene davvero l’acquisto di una pedelec piuttosto che di una bicicletta classica. Le biciclette elettriche hanno un prezzo maggiore e senza validi motivi per preferirle, a volte conviene l’acquisto di una bici classica da città. Si contribuisce comunque alla mobilità sostenibile della propria regione.
GLI ESPERTI DI GORI RISPONDONO
Il casco è obbligatorio per usare una bicicletta a pedalata assistita?
Indossare il casco quando si va in bicicletta è sempre una buona idea, indipendentemente dal luogo in cui ci si trova. Tuttavia, in Italia esistono leggi specifiche che stabiliscono quando l’uso del casco diventa obbligatorio. Secondo la legge italiana (articolo 183 del Codice della Strada), se si guida una bicicletta a pedalata assistita su strade o autostrade aperte al traffico pubblico senza adottare misure di protezione come indossare indumenti riflettenti e utilizzare luci omologate, è obbligatorio indossare un casco di sicurezza omologato.
Inoltre, secondo la circolare del “Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture” del novembre 2018, il casco deve essere indossato dai ciclisti con biciclette elettriche a pedalata assistita impegnati o che viaggiano a velocità superiori a 25 km/h su strade urbane e piste ciclabili o superiori a 45 km/h su qualsiasi strada (autostrada inclusa). Inoltre, i minori di 14 anni devono indossare attrezzature omologate per tutti i tipi di guida in bicicletta.
In generale, anche se non è esplicitamente indicato nel Codice della Strada, è meglio indossare dispositivi di protezione come il casco quando si esce in bicicletta, indipendentemente dal fatto che si tratti di bici tradizionali o bici elettriche. Sarebbe molto più sicuro per tutti: i ciclisti saranno più protetti da potenziali lesioni alla testa in caso di incidente e anche le altre persone intorno a loro beneficeranno di questa maggiore sicurezza!
Che cos’è il motore brushless?
Il motore brushless, noto anche come motore a commutazione elettronica (ECM), è un motore elettrico che funziona senza spazzole e commutatore. Utilizza interruttori elettronici montati sullo statore per controllare il flusso di corrente che alimenta il rotore, invece di affidarsi al contatto fisico come un tradizionale motore CC a spazzole. Ciò lo rende molto più affidabile del suo predecessore e ne aumenta l’efficienza grazie all’eliminazione delle perdite di potenza dovute all’attrito e alle scintille di contatto. I motori brushless offrono prestazioni migliori rispetto ai motori a spazzole in diverse condizioni operative, grazie alla loro capacità di funzionare a velocità più elevate con caratteristiche di coppia migliori rispetto alle loro controparti a spazzole.
Inoltre, questi motori sono generalmente più efficienti in quanto richiedono una minore manutenzione grazie al minor numero di parti che possono usurarsi nel tempo. Inoltre, i motori brushless sono caratterizzati da una minore rumorosità rispetto ad altri tipi di motori CC, grazie all’assenza di scintille causate dall’usura delle spazzole nei modelli tradizionali. In sintesi, i motori brushless sono caratterizzati da una maggiore affidabilità ed efficienza rispetto alle macchine a spazzole in c.c., oltre che da una ridotta rumorosità acustica che li rende ideali per l’impiego in applicazioni che richiedono prestazioni elevate ma costi di manutenzione minimi, come la robotica o i processi di automazione industriale.
Quanto costa una batteria per bicicletta elettrica?
Il costo di una batteria per bicicletta elettrica varia in base a diversi fattori, come la potenza, le dimensioni e il tipo di batteria utilizzata e il luogo di acquisto. Quando si acquista una batteria per eBike, è necessario assicurarsi che la tensione in uscita soddisfi i requisiti della bicicletta, in modo da non danneggiare i componenti con conseguenti costose riparazioni. Inoltre, prima dell’acquisto, è necessario verificare la forma e le dimensioni delle celle, perché non tutte le celle hanno un sistema di adattamento universale. Alcune batterie potrebbero richiedere ulteriori personalizzazioni per adattarsi correttamente al telaio della bicicletta o potrebbero essere progettate specificamente per un tipo o stile di telaio specifico.
CONCLUSIONI
Le biciclette elettriche, così come le auto elettriche, offrono un’alternativa di trasporto più sana e conveniente rispetto ai mezzi di trasporto tradizionali. Sebbene possano essere costose, i vantaggi che derivano dal possesso di una bicicletta elettrica superano di gran lunga il loro elevato costo iniziale. Con una bici elettrica, potrai beneficiare di un’esperienza di guida senza stress, senza doverti preoccupare di stancarti o di rimanere senza fiato. Potrai anche attraversare terreni accidentati con facilità, dato che queste biciclette sono state costruite per questo. Quindi, se sei alla ricerca di un mezzo di trasporto che soddisfi sia le tue esigenze che quelle dell’ambiente, non cercare oltre la bici elettrica! Potrebbe essere uno degli investimenti più intelligenti che farai oggi, di cui sicuramente raccoglierai tutti i benefici domani e… in estate!
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