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ToggleDopo il nostro articolo sull’Impianto clima, ti parliamo di auto elettriche. Le auto elettriche hanno fatto molta strada nell’ultimo decennio e stanno diventando sempre più popolari tra gli automobilisti che vogliono ridurre la loro impronta di carbonio. Con così tanti tipi di veicoli elettrici disponibili sul mercato, può essere difficile orientarsi. Per aiutarti, questo articolo fornirà una panoramica sulle auto elettriche: caratteristiche, i vantaggi rispetto ai proprietari di auto a benzina, i potenziali svantaggi e, infine, la risposta alle domande più frequenti. Sia che tu abbia appena iniziato la tua ricerca sulle auto elettriche o che tu sia già convinto che questo sarà il prossimo grande acquisto, questa guida vi aiuterà!
Le basi delle auto elettriche
La prima cosa da constatare è che c’é ancora molta confusione riguardo alle auto elettriche, motivo per cui conviene, prima di affrontare i risultati del sondaggio, fare un po’ di chiarezza. I veicoli elettrici si divono in tre diverse tipologie: le BEV (Battery Elctric Vehicle) che sono esclusivamente alimentati ad energia elettrica, le PHEV (Plug-in Hybrid Elctric Vehicle) che sono dotate sia di motore a combustione che elettrico e le HEV (Hybrid Electric Vehicle) in cui la trazione elettrica è attivata dal motore a combustione e non può essere ricaricata da fonti di energia elettrica. Le ultime due rientrano nel macrogruppo delle ibride.

I veicoli elettrici costano circa il 30% in più rispetto alle versioni termiche. A fronte però di una spesa iniziale superiore, bisogna segnalare delle spese di rifornimento minori. Il costo di ricarica delle stazioni pubbliche è di molto inferiore a quello del rifornimento tradizionale, senza contare che, con i giusti strumenti, è possibile effettuare la ricarica a casa. Inoltre, negli ultimi anni, la spesa iniziale viene ammortizzata dall’Ecobonus e dagli altri incentivi attivati per incoraggiare l’acquisto dei veicoli elettrici.
Veicoli Elettrici: 6 concetti chiave
Oggi torniamo alle basi della fisica per (ri)scoprire 6 concetti chiave per comprendere il funzionamento dei veicoli elettrici. La conoscenza e consapevolezza degli italiani in merito a questi mezzi sta aumentando, ma è ancora lontana dal considerarsi perfetta. In generale, quando si parla di veicoli elettrici, ci si trova spesso davanti a tanta confusione, frutto dell’assenza di un’educazione apposita. Così, spesso, per cercare di comprenderne il funzionamento si cerca di ricordare concetti imparati alle scuole superiori, se non addirittura prima.
1 – L’energia elettrica
L’energia elettrica è prodotta dal movimento delle cariche elettriche che, a loro volta, sono mosse sfruttando altre forme di energia come quella chimica delle batterie o quella meccanica dei generatori. A oggi essa è prodotta soprattutto:
- Attraverso le centrali termoelettriche che sfruttano l’energia termica delle fonti fossili per produrre energia meccanica ed elettrica.
- Con le centrali nucleari che sfruttano il calore della fissione per produrre vapore, energia meccanica ed elettrica.
- Con le centrali idroelettriche che sfruttano il moto dell’acqua per generare l’energia meccanica ed elettrica.
- Con il fotovoltaico che sfrutta l’energia dei fotoni del sole per indurre il moto degli elettroni e produrre energia elettrica.
- Con l’eolica che sfrutta la naturale energia meccanica del vento.
2 – La corrente elettrica
Anche se si tendono spesso a confondere, energia e corrente elettrica sono due cose diverse. La corrente è la quantità di carica elettrica che passa attraverso un conduttore in un determinato intervallo di tempo e si misura in Ampere (A). Perché è utile saperlo? Lo vedremo meglio andando più avanti, ma di base c’é un motivo se questo valore è segnato sulle batterie e sulle wall-box. Quest’ultime hanno comunemente un’intensità di corrente pari a 16 o 34 Ampere.
3 – La tensione elettrica
L’altra unità di misura legata all’energia elettrica è la tensione, chiamata anche differenza di potenziale elettrico e, erroneamente, voltaggio (dal francese voltage). Essa indica la differenza tra il potenziale elettrico di due punti dello spazio, in pratica è “la pressione” con cui la corrente elettrica viene spinta attraverso un circuito, e si misura in Volt (v). Dalla natura della tensione, se in corrente alternata (AC) o corrente continua (DC), dipende anche la natura della corrente che transita nel circuito.
4 – AC / DC
No, quando parliamo di AC e DC non parliamo del noto gruppo hard rock (che comunque prende il suo nome proprio dalla corrente). Di base il nome spiega la principale differenza tra le due tipologie: la corrente alternata è un’energia elettrica prodotta “a impulsi” mentre quella continua ha un valore fisso sempre presente. La forma più diffusa di tensione è quella AC, per motivi legati alla sicurezza e a vantaggi nel suo utilizzo, ed è questa tipologia che è presente nelle abitazioni e nelle colonnine di ricarica.

Tuttavia alcuni “strumenti” necessitano una tensione DC e tra questi ci sono proprio le batterie di trazione delle auto elettriche. Il caricatore di bordo dell’auto converte quindi la corrente alternata della rete in corrente continua per la batteria. Le colonnine di ricarica FAST e UltraFAST saltano questo passaggio (anche se in realtà il convertitore è comunque presente nella colonnina) per essere “più veloci” a scapito, però, della sicurezza della batteria dell’auto visto che non ci saranno passaggi intermedi al momento del collegamento e questa riceverà direttamente l’energia elettrica.
5 – La potenza elettrica
Arriviamo così all’unità di misura più presente ed importante quando si parla di energia elettrica: la potenza. Essa è definita come l’energia trasferita in una data unità di tempo e viene misurata in Watt (W). Esistono tre tipologie di potenza a seconda della tipologia di energia trasferita, avremo quindi potenza meccanica, potenza termica o potenza elettrica.

Quest’ultima è quella che ci interessa ed è data dal prodotto della corrente per la tensione (W = VA). In realtà questo calcolo è più complesso in caso di corrente alternata trifase (quella usata nelle colonnine in AC) visto che il risultato del prodotto di tensione e corrente va poi moltiplicato per radice quadrata di 3. Infine va detto che, se parliamo della ricarica di auto elettriche o dell’erogazione di motori elettrici, l‘ordine di grandezza in gioco impone l’utilizzo del kilowatt (kW) come effettiva unità di misura.
6 – Capacità e densità energetica
L’ultimo concetto di cui parliamo è in realtà doppio, ma riguarda in entrambi i casi la batteria. Con capacità di una batteria ci riferiamo alla quantità di energia che è possibile stoccarvi, praticamente l’equivalente della capacità del serbatoio dell’auto termica. Questo valore si misura in kilowattora (kWh). Essa è collegata alla densità energetica, ovvero la quantità di energia stoccabile in una batteria in rapporto alla sua massa e quindi al suo peso ed alle sue dimensioni. Si pensi per esempio alla grandezza della batteria di un cellulare in confronto a quella di un generatore per appartamenti. Questo è un discorso a oggi molto importante perché le auto elettriche più performanti richiedono una maggiore capacità, ma una minore densità energetica perché nessuno vuole girare con un rimorchio solo per le batterie, no?
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Auto Elettrica: 5 cose che piacciono
1 – Maneggevolezza e Comfort
Questa tipologia di veicoli è davvero comoda. Non si parla solo delle prestazioni che rendono facili qualsiasi manovra, ma proprio del fatto che un’elettrica si muove in modo semplice, agile e scattante, senza lo stress di cambi di regime di rotazione, di frizioni, marce… Certo, ora come ora molti automobilisti sono abituati a determinati comportamenti alla guida, ma basta vedere quanto i più giovani prediligono il cambio automatico a quello manuale per capire che il comfort è e sarà uno dei punti di forza della mobilità elettrica.
2 – Conviene al portafoglio
Ma come? Le auto elettriche costano un sacco, come fanno ad essere più convenienti? Beh, in realtà questo luogo comune si basa su due errori decisamente grossolani. Il primo è che spesso si guarda SOLO il prezzo di acquisto e quasi mai il costo totale della proprietà che comprende rifornimento, assicurazione, bollo e manutenzione (tutti settori in cui l’elettrica è molto più economica della termica). Il secondo errore è che spesso i confronti vengono fatti tra auto inconfrontabili. Non ha senso valutare le auto elettriche, spesso estremamente prestazionali, in relazione a veicoli molto meno potenti, al massimo ci si può lamentare della carenza di modelli nella gamma bassa del mercato. In un confronto eseguito nella maniera giusta e tra le auto giuste (come quello nella tabella qua sopra), è evidente quanto le auto elettriche siano più convenienti.
3 – Inquina meno
Questa potrebbe essere una cosa scontata, ma non bisogna per questo escluderla dall’elenco. Le auto elettriche inquinano meno delle termiche e questo è un dato di fatto. Occhio, però, non è che inquinano zero, ma inquinano meno. Un veicolo elettrico COMUNQUE produce una certa quantità di inquinamento, per quanto si cerchi di fare affidamento il più possibile sull’energia verde, ovvero quella prodotta da processi rinnovabili al 100%.

Va inoltre detto che per produrre un’auto elettrica ed il suo pacco batteria si immettono nell’atmosfera più emissioni rispetto alla corrispettiva produzione di un’auto termica, ma va anche detto che bastano poche decine di migliaia di km percorsi con l’elettrica per compensare abbondantemente questo dislivello (che invece la termica non recupera MAI).
4 – Ha bisogno di meno manutenzione
Come ripetuto più volte, le auto elettriche hanno molte meno parti meccaniche di quelle termiche e quindi molti interventi di manutenzione abituali per queste, non sono richiesti sulle prime. Basti ricordarsi che i tagliandi prevedono generalmente la sostituzione dei filtri abitacolo e clima, eventuali controlli del circuito di raffreddamento delle batterie e poco altro. Anche le parti soggette ad usura sono meno e quindi sono meno le spese per i ricambi. Questo punto positivo ha però, al momento, un contraltare negativo, ovvero il fatto che le officine sono più restie ad intervenire in autonomia sulle auto elettriche quando necessario. Sono ancora poche in Italia le strutture che si sono già aggiornate ed adeguate ad intervenire di questo tipo e ciò obbliga spesso le case di produzione ad intervenire direttamente con un conseguente allungamento dei tempi di intervento. Si tratta comunque di un problema che è destinato a sparire con il passare del tempo.
5 – Sono l’auto del futuro, almeno di quello prossimo
L’ultimo punto è sotto gli occhi di tutti: le auto elettriche sono le auto del futuro. Che ci piacciano o meno, che abbiamo dei dubbi o meno, il mondo ha già scelto per noi. L’emergenza ambientale ha scelto per noi. Non possiamo più permetterci di tergiversare e dobbiamo agire adesso con la migliore soluzione possibile. Governi ed aziende hanno quindi puntato TUTTO sulla mobilità elettrica ed il futuro non potrà che portare ad un miglioramento generale delle tecnologie, della distribuzione di infrastrutture e della distribuzione e normalizzazione delle auto elettriche. Scegliendo l’elettrico adesso avremo accesso ad agevolazioni e tecnologie che non possono che andare ad incrementarsi nel progredire del tempo, aumentando di conseguenza l’aspettativa di vita di un veicolo elettrico. Certo, bisogna comunque avere il coraggio di abbandonare le vecchie abitudini e smettere di odiare l’elettrico. Mica semplice, ma fattibile.
Auto Elettrica: 5 cose che non piacciono
Scegliere di acquistare un’auto elettrica non è una decisione semplice. Inutile negarlo, la mobilità elettrica ha sia punti positivi che negativi ed è lecito avere dubbi. Abbiamo quindi deciso di affrontare tutto con onestà e schiettezza:
1 – L’autonomia
Chi è ormai abituato all’auto termica ritiene che un’auto elettrica farà al caso suo solo quando avrà la stessa autonomia di una a diesel o a benzina. Inutile negarlo, a oggi non è così e per chi fa tanti viaggi lunghi senza soste non può di certo fare affidamento su un’auto completamente elettrica. Certo, è un traguardo a cui, prima o poi, potremmo arrivare. La tecnologia delle batteria è in continua evoluzione e le potenzialità sono enormi, ma ad oggi tutto questo non è realtà. Inoltre è stato dimostrato dai molti “viaggi test” che, più che sull’autonomia, ci si dovrebbe concentrare sull’efficienza.
2 – Il tempo di ricarica
L’altro fattore che viene sempre comparato con le auto termiche è il tempo di rifornimento/ricarica delle elettriche. Anche qui è inutile negarlo, la ricarica casalinga può durare anche molte ore e persino le ricariche ultra fast, che comunque hanno delle controindicazioni per la salute della batteria se usate troppo di frequente, durano oltre i 20 minuti, se non di più. Il confronto con i pochissimi minuti delle auto termiche è impietoso. Certo, ancora una volta si tratta semplicemente di una questione di abitudine. Le nostre auto passano tantissimo tempo parcheggiate ed un’organizzazione oculata può far combaciare questi periodi con i tempi di ricarica, ma è una fatica in più e, proprio per questo, è percepito come una criticità non da poco. Alle persone non piace cambiare le proprie abitudini e farlo richiede sempre del tempo.
3 – La paura per il freddo

Non solo perché preleveremo più energia per riscaldare l’abitacolo, ma anche perché le batterie stesse rilasceranno meno carica (per questioni fisiche-chimiche che non andiamo qui a spiegare). I costruttori, nel tempo, hanno cercato sempre più soluzioni a questo problema, come sistemi più efficienti per la climatizzazione o accumulatori meno sensibili alla temperatura, ma nessuna di queste si è rivelata decisiva e completa. In presenza di temperature fredde dovremo rassegnarci al fatto che percorreremo meno chilometri con un’auto elettrica.
4 – La necessità di un garage
Questo non è del tutto vero, lo ammettiamo, si può avere un’auto elettrica anche senza avere uno spazio privato, ma è un pensiero fisso nella testa di chi deve scegliere tra un’auto termica ed una elettrica e quindi ha senso inserirlo. Perché? Perché salvo casi estremi e costosi, avere un box, un garage, un posteggio privato con presa rende il possedere un’auto elettrica molto, molto più semplice e comodo perché potremo ricaricare la batteria nei momenti di fermo, senza temere che possa succedere qualcosa alla nostra auto.
5 – La durata della batteria
Parlando di salute delle batterie arriviamo così all’ultimo punto critico: per quanto uno tratti bene una batteria, è inevitabile che le celle si usurino e che questa prosegua nel suo ciclo vitale fino all’inevitabile fine. Una batteria al litio inizia il suo decadimento nel momento stesso in cui viene assemblata. Non esiste un vero prontuario del ciclo vitale di ogni batteria, ma possiamo fare riferimento alle garanzie, spesso di 8/10 anni o 160/250.000 km.

Questo tuttavia non vuol dire che superati questi limiti la batteria non sarà più utilizzabile. Ci sono tanti esempi di auto elettriche vecchiotte con 200.000 km che ancora funzionano alla perfezione. L’usura è comunque un fattore che dobbiamo considerare nel tempo perché va a diminuire l’autonomia dell’auto e difficilmente un’auto elettrica potrà essere tenuta “attiva” per gli stessi periodi lunghissimi di alcune auto termiche.
Quali sono i motivi che frenano il successo delle auto elettriche?
Il Dominio della Cina
La prima causa del prezzo elevato può essere individuata nei costi che i produttori devono affrontare per incrementare la propria produzione al fine di rispettare il limite di emissioni imposto dalle norme europee (95 grammi a km) ed evitare così pesanti sanzioni. Il problema è che per farle andare servono le batterie e la Cina è il paese che sta a monte della filiera delle materie prime necessarie a produrle, ovvero cobalto, nichel e litio. Non solo! La Cina controlla anche il know how del processo industriale dietro la loro realizzazione.
Ricarica e Riciclo
A questo macro-problema, se ne aggiungono altri due “minori”. Il primo è la quantità di punti ricarica presenti sul suolo italiano. Secondo gli ultimi dati dell’EAFO (European Alternative Fuel Observatory), in Italia ci sono 30.273 punti di ricarica (dati aggiornati al 2022).

L’altro problema è lo smaltimento. Una batteria dura in media 8-10 anni dopodiché ha ancora una capacità residua che può essere riutilizzata per applicazioni di immagazzinamento. Il riciclo è però a dir poco cruciale visto che permette di recuperare un 90% di materiali rari, quanto basta per non dipendere completamente dal monopolio cinese.
Gli italiani e i veicoli elettrici
“Vorrei acquistare un’auto elettrica, ma…”
Se chiedi ad un italiano cosa ne pensa dei veicoli elettrici, questa qua sopra sarà probabilmente la risposta. Cosa segue quel “ma” varia poi da persona a persona, ma il concetto non cambia. Senza stare a ripetere, passo per passo, i due studi già citati in apertura, è evidente a chiunque che attualmente gli italiani sono più che interessati a tentare la strada dell’elettrico, nel bene e nel male. E’ infatti risaputo che, ancora oggi, c’é non poca ignoranza e confusione in merito alle auto elettriche. Il principale ostacolo a questo acquisto risulta comunque essere, in modo abbastanza scontato, il costo di acquisto. Che le auto elettriche abbiano un costo iniziale elevato, non è certo una novità o un mistero.
A vincere sono le auto ibride
L’auto ibrida viene percepita come un investimento più sicuro e comunque dal buon impatto ambientale. Il costo di acquisto di un’auto ibrida è più contenuto, ma non solo. Questa tipologia di veicoli è infatti meno dipendente dalla rete di ricarica per i propri viaggi e proprio la capillarità della rete è una delle principali preoccupazioni di chi vuole passare all’elettrico (dopo il già citato costo). Un’auto ibrida può andare ad alimentazione elettrica in città e contare su quella termica per i lunghi viaggi. Che cos’è un’auto ibrida e qual è la differenza tra auto ibride ed elettriche?
Questo ragionamento è corretto? Solo in parte. Il principale problema alla base dell’inquinamento legato alla mobilità deriva da un parco auto circolante datato e sostituire un vecchio veicolo rottamato con un’auto ibrida è, a prescindere, un passo avanti. Dal punto di vista delle emissioni, però, è ormai chiaro che le ibride non sono minimamente comparabili alle elettriche pure e faticano anche contro le diesel di ultima generazione. Le auto ibride rappresentano un passaggio intermedio, un modo che il settore automotive ha ideato per transizionare dall’attuale situazione a quella del futuro. Questo però rende evidente una conseguenza che viene spesso sottovalutata: un’auto ibrida potrebbe essere un investimento molto più a breve termine di quanto si tende a pensare.
Green NCAP: quanto è davvero “verde” la tua auto?
La mobilità elettrica può renderci migliori?
In un’ottica ideale, il settore automotive e chi ne usufruisce, diventeranno più consapevoli. Se guardiamo a come erano gli italiani in precedenza, c’era molta più ignoranza per cui spesso un’auto era semplicemente un’auto e non c’era davvero interesse ad informarsi su come funzionava e che vantaggi potevano esserci. A oggi, invece, già si nota la necessità e la volontà di essere più attenti a quello che ci si trova davanti. Certo, questo al momento è alla base della generale confusione degli italiani, complice un diramarsi frenetico di fake news e notizie parziali, ma nel momento in cui questi impareranno a riconoscere le informazioni utili/reali da quelle obsolete, il risultato finale sarà indubbiamente positivo.

D’altronde, spesso si dimentica che con il termine mobilità sostenibile non ci si riferisce solo ed esclusivamente alla riduzione dell’inquinamento da polveri sottili, ma anche alla creazione di un sistema economico circolare che renda chi ne usufruisce “migliore” e più consapevole della sua influenza sull’ambiente. In tal senso, le auto elettriche stanno già instradando nella giusta direzione, rendendo gli italiani più accorti delle risorse a loro disposizione, più oculati sul loro utilizzo e più consapevoli verso le nuove tecnologie. Spesso e volentieri, infatti, chi desidera acquistare un auto adesso, soprattutto se è giovane, cerca di informarsi il più possibile su tutto ciò che ha a disposizione. Ultimo, ma non ultimo fattore, l’avvento di nuovi mezzi e veicoli stanno portando i riflettori su grossi problemi di sicurezza stradale, spesso legati anche qui ad un’ignoranza passata, e alla necessità di avere una maggiore responsabilizzazione dei conducenti. Insomma, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, la mobilità elettrica ci sta già rendendo migliori.
Quanto conoscono le auto elettriche e ibride gli italiani?
Il primo risultato complessivo importante che emerge da questo sondaggio è che il partito degli scettici sulle auto ibride ed elettriche si è molto ridotto, tuttavia continuano a persistere molte resistenze come il prezzo di partenza, i dubbi sull’autonomia dei veicoli e la paura di non trovare un luogo dove ricaricarla. Di per sé questo non sarebbe un grosso problema, se non fosse che più del 50% degli italiani dichiara di conoscere poco o nulla delle caratteristiche dei motori ibridi, che siano full, mild o plug-in. C’é una scarsissima consapevolezza ed esperienza in merito, ma sono i clienti stessi ad offrire la risposta ai loro dubbi. Come? Richiedendo una guida di prova che ritengono vitale per l’acquisto.

Per rispondere alla domanda gli italiani sono pronti all’elettrico? Sulla carta pare proprio di sì e le buone intenzioni ci sono tutte, ma, al di sotto di queste, manca la giusta preparazione teorica/tecnica o l’esperienza diretta. Quando si parla del settore automotive, si parla di un mercato ancora molto tradizionale e legato al “provare con mano” quello che si acquista ed è evidente che, nonostante i buoni dati, ci sia ancora tanto lavoro da fare per “educare” i conducenti a queste nuove tecnologie.
I giovani e le Auto Elettriche
Si sente spesso dire che le auto elettriche sono il mezzo del futuro, ma è davvero così e, nella realtà dei fatti, quanto vengono considerati questi veicoli dai più giovani? Cosa pensano delle auto elettriche (o più in generale delle auto) coloro che quel futuro lo andranno effettivamente a vivere? Di questo parliamo nell’articolo di oggi.
Prima di chiederci se le auto del futuro saranno elettriche bisognerebbe chiedersi quanto i giovani tenderanno davvero ad acquistare delle auto perché è sotto gli occhi di tutti, il loro rapporto non è mai stato più complicato di oggi. I dati parlano chiaro. Il 12% dei ragazzi sotto i 25 anni possiede un’auto (10 anni fa era il 21%). D’altronde come potrebbe essere altrimenti quando i costi di gestione/mantenimento sono proibitivi e quando il posto fisso e sicuro è un sogno sempre più difficile da realizzare?

Oltre al fattore economico, c’è poi anche un fattore sociale. Se si guarda alla mobilità urbana c’è la concorrenza dello sharing (dal bike alcar), delle e-bike, dei monopattini e degli scooter. Tutte soluzioni che non solo hanno un costo inferiore, ma risultano anche più comode visto che si muovono con maggiore agilità nel traffico e trovano parcheggio più facilmente. Sulle lunghe distanze, invece, l’avvento di aerei, treni e mezzi pubblici low cost ha reso meno essenziale l’auto. Per quanto il Covid abbia leggermente spostato questo equilibrio a favore del mezzo privato, è sempre indubbio che nessuno va più a Capo Nord in quattro con la 500. Al massimo la si noleggia sul posto per il periodo della trasferta. L’auto non è più quindi un bene davvero così desiderato, ma è un oggetto di lusso sempre più costoso e difficile da possedere.
Un’emotività tossica verso l’auto elettrica.
L’ultimo fattore che va quindi preso in esame quando si parla del rapporto tra giovani e auto è l’emotività, ma, anche qui, bisogna considerare che le auto hanno perso molto del loro romanticismo. Se è vero che il web ha reso vicine tutte le persone, questo vuole anche dire che nessuno sente più il bisogno di prendere costantemente l’auto per andare a vedere degli amici. Se tale situazione non era poi stata ancora appresa da tutta la popolazione, la pandemia e la quarantena hanno obbligato tutti ad imparare a vivere in un nuovo mondo dove spostarsi in auto non è più quasi necessario neanche per andare a lavoro. Cosa resta dell’emozione di guidare? Molto poco. Giusto chi ama l’auto proprio come veicolo o come mezzo che genera emozioni (che si parli di sensazione di libertà date dal vagare senza metà o di emozioni forti date dal rischio della velocità).

E’ inevitabile però che la percentuale di utilizzatori di auto sia adesso più bassa di prima e che continuerà ad andare a calare. Se poi quanto appena detto è vero per l’auto tradizionale, l’auto elettrica è messa persino peggio perché, essendo un mezzo nuovo verso cui c’é tanto scetticismo e tantissima opposizione da parte di alcuni elementi dell’opinione pubblica, non può minimamente contare su quel romanticismo che potrebbe mantenere in vita il mercato auto. Guidare un’auto elettrica è persino più comodo e rilassante di farlo con un’auto tradizionale, eppure in quanti si sentono spinti a farlo? In quanti hanno provato? Quanti di questi erano giovani? L’auto elettrica è davvero il mezzo del futuro? Come già detto, in linea teorica, non può essere altrimenti, ma nel pratico bisogna impegnarsi a far cambiare qualcosa (una migliore educazione stradale sarebbe un buon inizio) perché in realtà potrebbe essere proprio l’auto in sé a non essere più il veicolo del futuro. Non è detto che questo sia un male, ma sicuramente è uno scenario ben diverso da quello che immaginiamo.
Mobilità elettrica: a chi non piace?
Chi sono coloro a cui la mobilità elettrica non va proprio giù? Sia chiaro che non ci riferiamo a tutti coloro che criticano i veicoli elettrici, magari basandosi su dubbi e tesi condivisibili, ma a coloro che si oppongono con ogni oncia della loro forza all’avanzata delle auto elettriche. Ma perché tutte queste persone odiano l’elettrico? Cosa è che li sprona ad andare avanti in questa battaglia disperata? 3 categorie:
1. Coloro che lo fanno semplicemente per moda. Senza stare a coinvolgere troppi studi di sociologia, sappiamo tutti che la massa da forza e sicurezza. Se tante persone sostengono un argomento, allora avranno ragione, no? Purtroppo non è sempre così, come dimostrano i processi cognitivi dietro ai bias di conferma. Fanno parte di questo gruppo anche coloro che criticano l’elettrico perché è “figo” farlo.

2. Coloro che hanno ragioni economiche. Il denaro è il motore del mondo e non è un caso se il petrolio è chiamato oro nero. L’auto elettrica ha tutte le potenzialità per rivoluzionare completamente l’economia mondiale, cosa che darebbe fastidio non a molti, ma a moltissimi. Nel nostro tempo lo scambio di informazioni è il campo dove si svolgono le battaglie più importanti e minarlo è una mossa strategica. Farlo in modo organizzato e sistematico, magari con un buon investimento monetario, può portare a conseguenze enormi. Non è un caso se gli scandali legati alla mobilità elettrica sono aumentati in modo esponenziale.
3. Coloro che vogliono semplicemente una scusa. Gli esseri umani sono tendenzialmente pigri ed abitudinari. Certo, non tutti lo sono, ma la maggior parte sì. Ora si sta chiedendo a tutti loro di cambiare completamente le proprie abitudini, le stesse che sono state tenute non per anni, ma per secoli e passa. I loro padri usavano la benzina, i loro nonni usavano la benzina, perché loro dovrebbero smettere di farlo? Così ecco che si cerca ogni genere di scusa e ci si attacca ad ogni giustificazione pur di rivalutare la nostra assenza di voglia di cambiamento.

La loro ancora più forte è la sempreverde “non è mica vero che le auto elettriche non inquinano”, una nozione che è stata smentita una marea di volte (lo abbiamo fatto anche noi), l’ultima dal report dell’International Council on Clean Transportation (ICCT), ma questo comunque a loro non basta per smettere di usare questo argomento a loro difesa.
Le Auto Elettriche Inquinano?
Anche se non sei parte del settore automotive, avrai sicuramente letto o sentito dire che le auto elettriche non solo non sono davvero ad emissioni zero, ma sono addirittura più inquinanti di quelle tradizionali! Una frase che riprende due dichiarazioni molto forti rilasciate da Akyo Toyota, presidente dell’omonima casa di produzione, e da Franz Fehrenbach, presidente del consiglio di sorveglianza della Bosch. Tali interventi sono basati sul fatto che produrre le batterie alla base della mobilità elettrica emette così tanta CO2 da azzerare completamente l’assenza di emissioni locali derivate dalla stessa.

Ovviamente i media non potevano lasciarsi sfuggire questa occasione ghiotta di “sbugiardare” gli operatori del settore. Così sia all’estero (Vaielettrico segnala un articolo del quotidiano tedesco BILD, ma sono sicuro che se ne potrebbero trovare molti altri) che in Italia sono proliferate le uscite dove si “smascherava questa grande truffa.”
Il ciclo di vita delle auto
Affrontata la polemica, scendiamo un attimo dalla sedia del cospiratore ed analizziamo la questione da un punto di vista scientifico, facendo una premessa: qualsiasi consumo di energia implica emissioni di CO2. Qualsiasi. Se vogliamo misurare le emissioni dell’intero ciclo di vita di un’auto, non c’é niente di male, anzi, sembra che la stessa Unione Europea si stia muovendo in questa direzione, ma bisogna fare un confronto alla pari, ovvero prendendo in esame non solo il ciclo di vita delle auto elettriche, ma anche quello delle auto termiche. Perché si, anche le industrie che producono questi veicoli emettono CO2. E’ stato persino creato uno strumento per calcolarlo che si chiama Life Cycle Assessment, un’analisi standardizzata secondo le norme ISO e quindi riconosciuta come oggettivamente valida.

Concludendo, quindi, se è vero che le auto elettriche non sono assolutamente a emissioni zero e che le auto termiche non vanno demonizzate, bisogna far attenzione a non “prendersela” la mobilità elettrica per colpe che non esistono. Anche se l’energia elettrica usata non proviene da fonti rinnovabili, le auto elettriche producono comunque meno CO2 rispetto alle auto termiche nel 95% dei paesi del pianeta (sono esclusi i posti dove l’elettricità è generata quasi completamente a carbone).
Auto Elettrica: 8 curiosità
1 – La durata delle batterie
Le batterie utilizzate dalle auto elettriche sono piuttosto longeve e resistenti e più che rompersi, tendono a soffrire di un lento decadimento dovuto all’utilizzo. Per questo motivo le case automobilistiche ne garantiscono il funzionamento per 8 anni o fino ai 160.000 km, sicure di non dover fronteggiare troppe spese di sostituzione in questo lasso di tempo. La sostituzione normalmente avviene quando la batteria è al 70% della propria capacità. E’ inoltre cosa risaputa che una ricarica lenta, come quella domestica, preservi più a lungo la batteria rispetto ad una ricarica ad alta intensità, come quella di alcune colonnine pubbliche.
2 – Il destino delle batterie esauste
Ma una volta esaurite, cosa succede alle batterie? Queste sono composte da materiali altamente inquinanti e hanno costi di smaltimento elevati, motivo per cui vengono spesso riciclate per altri utilizzi, tipo quello di immagazzinatori di energia solare o di alimentatori di dispositivi elettrici. Impieghi che possono essere svolti anche con capacità di accumulo ridotta. Ci si aspetta inoltre che, con l’evolversi del settore della mobilità elettrica, nascano nuove figure professionali specializzate nel recupero delle batterie esauste.

3 – Batterie e acqua
Se è risaputo che l’alta tensione (le batterie lavorano a 300-400 volt) e l’acqua non vadano molto d’accordo, è anche vero che le batterie utilizzate nei veicoli elettrici sono chiuse in involucri ermetici che le proteggono da qualsiasi tipo di contatto con l’acqua. Sono inoltre presenti numerosi circuiti di sicurezza che arrestano immediatamente la batteria in caso di malfunzionamento.
4 – Precauzioni ricarica
Teoricamente no, ma nella pratica si possono tenere alcuni accorgimenti per allungare la vita della batteria, come, per esempio, mantenere la carica compresa tra il 40 e l’80% anche nei lunghi periodi in cui non si utilizza il veicolo. Va inoltre ricordato che nelle colonnine di ricarica pubbliche è spesso presente una penale/sovrapprezzo se si mantiene l’auto parcheggiata a carica ultimata. Per quanto riguarda la leggenda metropolitana che è pericoloso ricaricare sotto la pioggia, questa è assolutamente falsa per via dei numerosi dispositivi di sicurezza presenti.
5 – Manutenzione
In realtà questo argomento si era accennato persino settimana scorsa. La manutenzione dei motori elettrici moderni è infatti estremamente ridotta visto che le chiusure in involucri a tenuta stagna evitano automaticamente il deposito di polvere e fungono da protezione. Va tuttavia segnalato che, rispetto alle auto tradizionali, è fortemente sconsigliato il fai-da-te sui motori elettrici. Non solo questi sono più complessi, ma sono anche più pericolosi viste le elevate tensioni in gioco.
6 – Controlli
In realtà nelle auto elettriche viene controllato molto poco. Se escludiamo il fluido di raffreddamento, il gruppo a trazione elettrica necessita di ben pochi controlli e la trasmissione è molto meno complessa visto che mancano filtro olio e aria, non c’é alcun liquido refrigerante e non sono presenti iniettori e candele. Persino il consumo dei freni è ridotto al minimo. Per fare un esempio, quindi, la manutenzione di una Tesla prevede esclusivamente: l’inversione degli pneumatici, la sostituzione del liquido dei freni e di quello di raffreddamento della batteria.

7 – Km con un pieno
Come si può ben immaginare, l’autonomia precisa di un’auto elettrica dipende dal modello scelto. Tuttavia, parlando in termini generali, si può tranquillamente affermare che i km percorsi sono inferiori a prescindere a quelli delle vetture termiche. In media si va da un minimo di 150 km ad un massimo di 500 km. Un buon consiglio di quando si calcola le soste durante un viaggio lungo è quello di considerare l’autonomia sempre più bassa di un 10-20% rispetto al valore indicato. Meglio essere previdenti che restare a piedi.
8 – Accessori e autonomia
Ovviamente si, sia che si parli dei fari che di altri accessori come l’aria condizionata o il display interno. Tutto è alimentato dall’energia immagazzinata dalle batterie. Si stanno tuttavia cercando soluzioni alternative per diversificare i vari sistemi. Per l’impianto clima, per esempio, si sta pensando alla realizzazione di una pompa di calore associata. Al momento, però, sono tutti progetti su carta che non sono ancora stati trasposti nei modelli sul mercato.
Auto Elettrica: 8 consigli per consumare meno
Se l’autonomia è una preoccupazione costante, oggi vediamo 8 consigli per consumare meno quando guidi la tua auto elettrica.
1 – Scegliere il giusto modello
Pare un consiglio scontato, ma è così sottovalutato. Fai attenzione quando scegli l’auto da acquistare che questa abbia la giusta autonomia senza esagerare in eccessivi pacchi-batterie. Le batterie, infatti, pesano e neanche poco (almeno 3 quintali in media), senza contare che sono la parte che incide di più nel costo del veicolo.
2 – Guarda quanto consuma la tua auto
Se ormai tutti sanno di dover fare attenzione all’autonomia delle batterie al momento dell’acquisto di un’auto elettrica, non tutti sanno che conviene controllare anche quanto consuma effettivamente il modello, così da confrontarlo alla concorrenza e vedere se c’é qualcosa di più conveniente. I dati forniti sono sempre in kWh/100 km e fanno tutti riferimento al WLTP come standard di omologazione. In media, di solito, si percorrono circa 4-7 km con 1 kWh.

3 – Quando scegli, fai attenzione al Suv
Che i Suv siano ormai di moda, non è certo un mistero e spesso vengono acquistati come seconda auto di famiglia per l’utilizzo cittadino. Tuttavia, se le maggiori dimensioni sono sicuramente un punto a favore, bisogna comprendere che il peso, l’aerodinamica e le ruote di diametro più grande fanno spesso sì che, a parità di percorso, si consumino molti più kWh. Per esempio, se confrontiamo la e-208 e la e-2008 della Peugeot, a pari batteria da 50 kWh, la prima arriva a 340 km di autonomia mentre la seconda si ferma a 320. Insomma, è una valutazione di cui tenere conto all’acquisto.
4 – Sfrutta la frenata rigenerativa
La frenata rigenerativa è uno dei più grandi vantaggi dell’elettrico. In pratica, decelerando o frenando si genererà energia cinetica che verrà automaticamente riconvertita in elettricità per ricaricare la batteria. Uno stile di guida “dolce”, senza gli strappi secchi tipici delle auto tradizionali, permette di ottenere davvero tanto in termini di consumi. D’altronde, basta togliere il piede dall’acceleratore per far sì che l’auto “freni da sola” e ci permetta di ottenere una breve carica.
5 – Imposta la modalità ECO
Ancora più delle auto tradizionali moderne, le elettriche sono veri e propri computer su ruote e per questo possono aiutare un conducente consapevole a consumare meno impostando la modalità ECO per gli spostamenti cittadini. In che cosa consiste questa? Semplicemente nell’attivazione di alcuni limitatori alla velocità ed alla batteria che riducono la velocità di punta (che comunque difficilmente viene raggiunta nel traffico di città). Inoltre, sarà l’auto a “decidere” quanta potenza rilasciare in base a quanto premi sull’acceleratore.
6 – Monta gli pneumatici ed i cerchi giusti
In realtà questo è un consiglio valido (e trascurato) anche per le auto tradizionali. Scegliere le ruote ed i cerchi giusti per la propria auto riduce i consumi. Non servono gomme da Formula 1 o cerchi di grandi diametri, ma gli penumatici che hanno bassa resistenza al rotolamento generano meno attrito.
7 – Occhio all’autostrada
Al momento l’autostrada è il peggior nemico per i consumi delle auto elettriche: si deve viaggiare a velocità costante e si frena pochissimo, riducendo praticamente a nulla i vantaggi della frenata rigenerativa. Per cercare di far sì che questo non pesi troppo sui consumi, è consigliabile impostare una velocità di 110-120 km/h che consente di procedere in sicurezza senza svuotare subito la batteria. Evita inoltre di usare la modalità ECO in queste situazioni perché avrai bisogno di tutta la potenza disponibile per eventuali accelerazioni richiesta da esigenze di sicurezza stradale!
8 – Non abusare dell’impianto clima
Il condizionatore assorbe energia per funzionare, la stessa che manda avanti il motore delle auto elettriche. Abusarne vuol dire spesso penalizzare l’autonomia del veicolo senza un reale buon motivo. In molti modelli elettrici recenti è possibile trovare all’acquisto come optional delle pompe di calore al posto dei tradizionali impianti a resistenza, per ridurre il consumo energetico dell’impianto clima. Non sempre però è una spesa aggiuntiva conveniente. Alcuni modelli permettono persino di avviare a distanza un pre-condizionamento tramite app da sistema mobile. Questo fa sì che l’energia dell’impianto clima viene principalmente consumata mentre l’auto è in ricarica così da farci trovare gli interni alla temperatura giusta per la partenza.
GLI ESPERTI DI GORI RISPONDONO
Con un’auto elettrica si rischia la scossa se piove?
Uno dei luoghi comuni più tipici e la risposta è no. E’ vero che le batterie lavorano ad alta tensione (300+ volt), ma queste sono racchiuse in resistenti involucri ermetici (ne vedi uno qua sopra) e hanno spesso circuiti di sicurezza che “spengono tutto” in caso di malfunzionamento. Il video di una Tesla Model 3 che si muove nell’acqua fino al cofano è ormai virale da tempo. Questi dispositivi, inoltre, non sono una novità assoluta e sono usati, per esempio, anche dai fari allo Xeno (che raggiungono anche 30.000 volt). Certo, qualcosa può sempre andar storto in caso di incidente, motivo per cui la cautela non è mai troppa, ma, a condizioni normali, non sussiste davvero nessun rischio.
La manutenzione minima delle auto elettriche può essere eseguita con il fai-da-te, è impegnativa?
I motori delle auto elettriche sono raffreddati a liquido e non raccolgono polvere come quelli tradizionali, anche perché sono chiusi in involucri a tenuta stagna. Ne consegue che la manutenzione è ridottissima e molto specifica. L’unica parte in movimento è il rotore che gira sui cuscinetti e non viene a contatto con altri organi. Occhio però che, pur apparendo molto semplici, questi motori sono sofisticati, precisi e attraversati da tensioni elevate (come scritto sopra). Metterci le mani senza le dovute conoscenze è estremamente sconsigliato. La manutenzione di un’auto elettrica sia più impegnativa, ma, in realtà, non è vero. E’ solo più specifica. Trazione elettrica, batteria, trasmissione e tutta la parte elettronica sono componenti molto duraturi. Il periodo consigliato per il tagliando varia da modello a modello, ma, per esempio, per la Nissan USA Leaf il costruttore prescrive il primo tagliando dopo 12.000 km o 6 mesi dedicandolo alla sola rotazione degli pneumatici. Gli altri controlli sono più occasionali e possono dipendere dalle condizioni climatiche e dall’utilizzo.
Le auto elettriche hanno il cambio e sono più spaziose?
La maggior parte delle auto elettriche ha una trasmissione a rapporto fisso. Il cambio a più rapporti è infatti spesso inutile perché un’auto di questo tipo può raggiungere in scioltezza regimi di 15.000+ giri al minuto, grazie all’assenza di organi in modo alternato e al rotore ben bilanciato. Questo fa però si che la velocità massima è solitamente più bassa rispetto ai veicoli tradizionali, anche per via dell’eccessivo consumo di energia. Ovviamente esistono delle eccezioni a quanto scritto (come tutte le Tesla o la Porsche Taycan). Dipende dal design. Se è stata progettata in tal senso, un’auto elettrica potrebbe avere la batteria sotto il pavimento dell’abitacolo e, di conseguenza, ottenere più spazio all’interno rispetto ad un’auto convenzionale (oltre che abbassare il baricentro, migliorando la guida). Alcune auto elettriche, addirittura, sono progettate in modo tale da poter creare un piccolo portabagagli anteriore. In ogni caso, qui la risposta varia da modello a modello.
Cosa influisce sull’autonomia di un’auto elettrica?
La risposta a questa domanda è: tutto. In un veicolo elettrico il riscaldamento, i fari, l’impianto audio e tutti gli accessori presenti funzionano sfruttando l’energia immagazzinata nella batteria. Questo, ovviamente, sta portando ad altre innovazioni nei vari settori. Per il riscaldamento, per esempio, si sta diffondendo l’uso della pompa di calore poiché è molto più efficiente rispetto alle classiche resistenze.
Che cosa bisogna tenere a mente mentre si carica la batteria di un’auto elettrica e quanto dura la batteria?
I costruttori ci assicurano che la ricarica dei veicoli elettrici è semplice e sicura, anche se siamo sotto la pioggia. E’ comunque necessario prendere alcune precauzioni sia comuni, come il fatto di bloccare le porte ed inserire il freno di stazionamento, che legate a pratiche atte ad allungare la vita della batteria, come il fatto di non superare mai l’80% di ricarica. Quando si usano le colonnine pubbliche, inoltre, bisogna ricordarsi che alcuni gestori applicano un sovrapprezzo se non si rimuove subito l’auto una volta completata la ricarica (Enel X, per esempio, applica una penale crescente da 9-18 cent al minuto). Qui non si parla di autonomia, la quale è variabile a seconda del modello, quanto di longevità effettiva delle batterie. Queste hanno in media una garanzia di 8 anni o 160.000 km, con molte batterie più recenti che in realtà hanno una durata superiore a quella indicata (al punto che molto raramente vengono sostituite in garanzia). In generale, in assenza di incidenti o guasti, le batterie tendono a subire un lento decadimento della loro capacità piuttosto che rompersi completamente.
Cosa accade alle batterie una volta che sono esaurite?
Questo è un tasto dolente. Partiamo con il dire che una batteria non è più adatta ad essere utilizzata su un’auto elettrica, se la sua capacità nominale scende sotto il 70-80%. Può tuttavia essere usata ad altri scopi (come, per esempio, l’immagazzinamento dell’energia dei pannelli solari), cosa che genera una specie di “rotazione”. Probabilmente, se le auto elettriche continueranno a diffondersi in questo modo, nasceranno riparatori specializzati per le batterie, in grado di intervenire solo sui moduli, piuttosto che sull’intero pack. Al momento, però, la sostituzione senza garanzia è decisamente onerosa per l’automobilista. Va anche detto che si sta cercando di sviluppare una nuova generazione di batterie più economiche e facili da riciclare, così da risolvere questa grossa criticità dei veicoli elettrici.
CONCLUSIONI
Le auto elettriche sono un’ottima opzione per chi vuole ridurre l’impronta di carbonio. La scelta di un’auto elettrica non solo contribuisce a salvare l’ambiente, ma può anche essere vantaggiosa per il portafoglio nel lungo periodo. È importante fare delle ricerche prima di acquistare un’auto elettrica, poiché l’investimento può essere notevole e potrebbero esserci soluzioni più convenienti disponibili sul mercato. Se si valutano tutti i fattori ambientali, finanziari e di convenienza, le auto elettriche offrono davvero qualcosa di unico che nessun’altra opzione di trasporto può offrire: la tranquillità di sapere che si sta contribuendo a preservare il nostro bellissimo pianeta.
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