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Auto Elettriche e Coronavirus

Data ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2020

L’impatto che la pandemia avrà sul mercato delle auto elettriche è un argomento che abbiamo toccato più volte nel corso delle ultime due settimane.


Lo abbiammo infatti citato nell’Ambiente Sicuro #8 https://www.linkedin.com/pulse/ambiente-sicuro-8-coronavirus-e-inquinamento-giacomo-gori/?trackingId=DbHtP7VvcTqIKIaLlRC7qw%3D%3D, dedicato all’inquinamento, e ne abbiamo parlato decisamente meglio nell’Ambiente Sicuro #9 https://www.linkedin.com/pulse/ambiente-sicuro-9-la-forza-di-ripartire-giacomo-gori/ di settimana scorsa. Perché quindi parlarne di nuovo?

I motivi sono due. In primis perché settimana scorsa abbiamo trattato la questione in termini generali, guardando solo all’attuale situazione italiana, senza concentrarci troppo sulle altre nazioni. In secondo luogo, perché nel corso di questa settimana sono uscite due notizie, una negativa ed una positiva, che riguardano proprio questo argomento. Insomma, il tema delle auto elettriche è sempre caldo e vale la pena continuare a trattarlo.

La Situazione USA

Partiamo dalla notizia negativa, ovvero che gli Stati Uniti d’America hanno promosso la legge Safe Vehicles che stabilisce regole meno dure per la CO2 delle auto nuove. E’ la famosa crociata di Trump (il Presidente aveva già congelato l’applicazione delle norme alla sua elezione) che raggiunge il suo culmine proprio mentre milioni di posti di lavoro sono minacciati dall’emergenza Covid-19 (proprio nelle ultime due giornate ci sono state due impressionanti ondate di licenziamenti). In pratica il Governo USA ha definito degli standard di emissioni auto meno severi così da spingere una comprevendita di auto più economiche e più sicure.

La decisione, come potete ben immaginare, ha acceso una vera e propria linea di fuoco su cui si scontrano numerosi pareri a favore o contro queste nuove regole. Vendere auto più sicure potrebbe effettivamente risollevare l’economia, ma è una scelta che potrebbe prestarsi facilmente anche a numerosi giochi di potere. Questo senza mettere in campo le possibili conseguenze ambientali di questa scelta che potrebbero ricadere sulla salute della popolazione. Il The Guardian, per esempio, https://amp.theguardian.com/environment/2020/mar/31/trump-epa-obama-clean-car-rules-climate-change?__twitter_impression=true sostiene che questo orientamento normativo potrebbe causare un aumento annuo di 2000 morti e di 50.000 casi di malattie respiratorie. Cifre che potrebbero causare il collasso ospedaliero di molti Stati Americani.

La Ricerca Inglese

Passiamo ora all’altra notizia e ci spostiamo dagli Stati Uniti al Regno Unito. Un recente sondaggio, condotto da Venson Automotive, una società di consulenza per servizi auto, ha infatti raccolto l’attuale opinione degli inglesi sull’acquisto di un’auto elettrica. Nonostante la società non abbia diffuso la quantità di persone prese a campione, i risultati sono a dir poco interessanti: il 45% ha dichiarato di aver cambiato idea sull’auto elettrica dopo il miglioramento della qualità dell’aria in città dovuto alla quarantena, il 19% afferma che la prossima auto sarà a batteria e il 26% stime di guidare un’auto elettrica entro i prossimi 5 anni.

Il sondaggio diventa ancora più affascinante nel momento in cui si confrontano i risultati conquelli raccolti da un identico sondaggio svolto, però, un anno prima. In quella occasione non solo le percentuali erano più basse, ma il 31% degli intervistati dichiarava di non voler comprare un’auto elettrica prima di 10-15 anni! Questo nonostante Londra fosse una delle città più inquinante al mondo! Secondo Alison Bell, dirigente di Venson Automotive, tale cambiamento di mentalità non è comunque dovuto SOLO alla particolare situazione attuale, ma anche dall’abbassamento dei costi dei veicoli elettrici, dall’aumentare dell’efficienza della batteria e dalla diffusione dei punti di ricarica pubblici e privati. Tutte iniziative che si spera non vengano frenate dal diffondersi del Coronavirus.

Dove sta la Verità?

Come sempre in questi casi, la verità sta nel mezzo. Se è pur sempre vero che molte persone, nel nuovo mondo post-Coronavirus, saranno molto più sennsibili alla situazione ambientale, bisogna anche comprendere che con i salari tagliati, l’industria in stallo e la costante incertenza degli equilibri commerciali (già in crisi prima della pandemia a causa delle tensioni UE-USA e USA-Cina), la necessità di convertire il parco auto circolante con auto elettriche e ibride non sarà più così primaria. La scelta del Governo USA è da criticare non tanto per l’impatto ambientale generale, quanto per il fatto che andrà ad aggravare una situazione sanitaria già messa a dura prova.

Bisogna anche ricordare che molte auto moderne hanno un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto alle auto del passato. Anche solo rinnovare il proprio parco auto circolante, cercando di modernizzarlo, può dare una grossa mano alla salute del pianeta. Questo non vuol dire accantonare l’elettrico, ma metterlo un attimo da parte mentre si pensa prima di tutto a ripartire, a ridare ossigeno a tutta la filiera automotive che rischia di collassare nelle conseguenze di questa crisi. Che è poi quello che, come visto settimana scorsa, stiamo cercando di fare in Italia (o, più in generale, in molti paesi europei).

In attesa di ulteriori notizie e novità sull’argomento, anche questo articolo termina qui. Tra sette giorni ci troveremo nuovamente qui per un nuovoAmbiente Sicuro. Non mancate!

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