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ToggleIl successo dei monopattini elettrici è indubbio, ma quali sono i problemi che ne derivano? Ne parliamo nell’articolo di oggi.
Era quasi un anno che negli articoli di Ambiente Sicuro non parlavamo di monopattini elettrici, dal 13 novembre quando ci occupammo di vedere cosa succede se uno di questi veicoli colpisce un auto. Da allora gli scenari della mobilità urbana sono cambiati non poco. Noi abbiamo sede in Grosseto, un piccolo capoluogo di provincia della Toscana, e se prima era raro vedere qualche monopattino elettrico in movimento, adesso è normale scorgerne almeno due o tre al giorno. Una tendenza in costante aumento anche perché il comune ha deciso di finanziare un servizio di sharing pubblico che usa proprio dei monopattini elettrici. Si può tranquillamente parlare di boom, è sotto gli occhi di tutti, ma quello a cui nessuno sembrava aver pensato (e che molti sembrano continuare ad ignorare) sono i problemi generati da questa situazione. Di questo parliamo nell’articolo di oggi.
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La situazione attuale
D’altronde che il mercato dei monopattini elettrici sia in rapidissima espansione, nonostante la pandemia globale, non è certo un mistero. Sono veicoli leggeri, a basso impatto ambientale (e quindi burocraticamente agevolati) e spesso con meno obblighi e regole delle bici elettriche e degli scooter. Tale spinta è arrivata soprattutto dal successo dei servizi di sharing che li usano visto che sembrano essere molto più comodi ed apprezzati delle eBike usate fino ad ora (che sono comunque anche loro in crescita, sia chiaro). Il problema è che sono anche veicoli pericolosi e per questo gli incidenti sono andati moltiplicandosi di pari passo con le vendite. Non solo danni a cose e persone, ma sono arrivati anche e purtroppo i primi morti. Tutto senza contare il fatto che spesso vengono utilizzati e parcheggiati senza alcun criterio di sorta.
In tutta Europa ci si è quindi affrettati a correre ai ripari e l’Italia non fa eccezione. Proprio in questi mesi estivi è stato presentato un disegno di legge composto da 7 articoli pensati per limitare ulteriormente i comportamenti negativi alla guida dei monopattini elettrici. Questi definiscono dove tali veicoli possono circolare, i limiti di velocità, i limiti d’età, le misure in caso di visibilità scarsa, l’obbligo dell’assicurazione e del casco protettivo, le regole per un corretto utilizzo del mezzo e le indicazioni per la corretta gestione delle soste (trovi tutto qui). Tutte cose belle ed utili sulla carta, ma che non dissipano i dubbi dei cittadini. Regole e restrizioni non hanno mai funzionato. Ancora oggi combattiamo con l’uso del cellulare alla guida… per non parlare dell’utilizzo del casco in bici.
Una diffusa e pericolosa ignoranza
Insomma, siamo onesti, le regole sono indubbiamente utili, ma perché queste funzionino ci devono essere altri due fattori che purtroppo in Italia tendiamo a dimenticare. Il primo è la necessità di controlli più severi e rigidi. Non tutti si informano sulle novità del codice della strada, anche perché non tutte queste notizie circolano sui canali di informazione più utilizzati e questo è sicuramente un errore. Purtroppo i social mal si prestano ad informare su un argomento in cui spesso le discussioni si trasformano a guerre tra fan e detrattori. A ricoprire questo ruolo dovrebbero quindi essere le forze dell’ordine che, nel momento in cui sgarri, ti riprendono e ti istruiscono sugli errori, ma questo non avviene per le biciclette, figuriamoci per i monopattini elettrici. Il risultato è che ancora oggi, per esempio, molte persone utilizzano i monopattini elettrici sul marciapiede perché “più sicuro”.
Il secondo fattore è la necessità di una maggiore consapevolezza dei monopattini elettrici da parte di chi li usa. Insomma, servirebbe istruire i cittadini al fatto che questi veicoli non sono giocattoli e possono essere molto pericolosi. Non solo istruire sulle regole della strada e sul loro rispetto, ma anche sul funzionamento di questo mezzo e sulle sue particolarità, come, per esempio, la necessità di manutenzione invernale. Questo non viene fatto e la conseguenza è che chi compra un monopattino elettrico spesso sceglie la versione più economica, magari ultra-scontata perché difettosa (ma d’altronde lui non ha le competenze tecniche per capirlo) e poi si meraviglia se dopo poco si rompe… o peggio. La colpa però non è del monopattino e neanche del tutto del proprietario o del rivenditore (che magari condivide tutti i dettagli tecnici con la massima trasparenza).
Non basta vendere, bisogna anche sostenere
Lo scenario risultante è quindi abbastanza chiaro. Ci si è preoccupati di spandere e vendere, di moltiplicare i monopattini elettrici in circolazione, forti degli incentivi nazionali ed europei, ma poi ci si è dimenticati che la micromobilità urbana e sostenibile ha anche bisogno di costante supporto per non trasformarsi in una catastrofe. La definizione stessa di mobilità sostenibile sottolinea la necessità di una maggiore istruzione dei cittadini. Cosa succede quando questa non c’é? Succede quello che sta avvenendo a Parigi dove il vice-sindaco David Belliard, dopo la morte di una giovane ragazza sulle rive della Senna, ha lanciato un chiaro ultimatum ai monopattini elettrici: o iniziano a rispettare le regole o saranno vietati completamente (come d’altronde è già successo a New York e Barcellona). D’altronde, come egli stesso dichiara, le regole ci sono, ma vengono sistematicamente ignorate. Uno scenario tristemente familiare, vero?
Non serve d’altronde andare in Francia per vedere quanto la situazione stia sfuggendo di mano. Torniamo nella nostra Grosseto, cittadina tristemente famosa per le strade abbastanza malmesse e la grande quantità di buche e radici che rovinano il manto stradale rendendolo dissestato. Nei mesi passati le grandi catene di accessori elettronici hanno venduto monopattini elettrici economici a vagonate, spesso dotati di ruote con camera d’aria. Peccato che c’é un motivo se i monopattini elettrici di ultima generazione usano le ruote a nido d’ape poiché degli pneumatici così piccoli sono molto fragili e quindi, in caso di camera d’aria, basta una piccola buca o un sassolino per forarli. La sostituzione può arrivare anche a costare parecchio se si tratta della ruota anteriore a cui è collegaato il circuito motore, ma non solo: i monopattini elettrici non hanno sistemi di protezione e se questo becca una buca, fora e si blocca mentre procedeva ad alta velocità, l’utilizzatore volerà in avanti senza alcuna possibilità di frenarsi. L’idea di portare un semplice casco protettivo non è più così terribile, vero?
Chiudiamo l’articolo ricordando che Gori Ecofficina è anche EcoMotion, negozio dedicato alla mobilità sostenibile a 360° che cerca di promuovere questo stile di vita nella realtà locale di Grosseto. Se vuoi avere più informazioni, puoi contattarci sia tramite il sito che chiamandoci direttamente al nostro numero di telefono.