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Ambiente Sicuro 62 – Ritorno al Carbone

Data ultimo aggiornamento: 11 Giugno 2021

Come impatterà sull’ambiente, nel bene e nel male, la crescente domanda di energia legata alla ripresa economica?

E’ ormai passato ben più di un anno dall’inizio di questa terribile pandemia e, bisogna essere onesti, stiamo finalmente iniziando a vedere la luce alla fine del tunnel, per quanto è ormai chiaro a tutti che non ci libereremo mai dal Covid-19. Non solo perché la tendenza a mutare di questo lo porterà probabilmente a diventare una malattia endemica, ma anche perché i molti settori colpiti dalle restrizioni e dai cambiamenti avvenuti nel corso di questo lungo periodo difficilmente torneranno a come erano prima, per quanto ci stiano provando (o facciano finta di farlo). Tra questi c’é indubbiamente il settore automotive che esce dalla pandemia cambiato profondamente ed anche abbastanza ferito lungo tutta la sua filiera.

Alla fine del 2020 avevamo dedicato non uno, ma due articoli alle prospettive di evoluzione del settore nel post-covid, il primo dedicato alle officine ed uno agli utilizzatori, ma avevano tralasciato una riflessione su un argomento ben più caldo, ma difficile da prevedere: l’impatto ambientale. Eppure di inquinamento, all’inizio della pandemia, se ne era parlato anche parecchio, forse troppo. Adesso che si prospetto un ritorno ad una normalità “diversa”, però, come sembra stia cambiando lo scenario relativo? Il settore automotive ha imparato dai propri errori? Di questo parliamo nell’articolo Ambiente Sicuro di oggi. Prima di iniziare, però, ti ricordo che ogni venerdì escono i nostri articoli dedicati all’ambiente e alla mobilità sostenibile e che per restare aggiornato ti puoi iscrivere alla nostra newsletter. Bastano due veloci clic ed è completamente gratuita!

ambiente sicuro 62 centrale carbone

Il lato negativo

Partiamo da un presupposto scontato, ovvero che le riflessioni fatte negli articoli già citati di un anno fa sono state adesso confermate da uno studio della IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia. In generale la pandemia, anche se sarebbe più corretto dire la quarantena, ha abbassato di molto la domanda globale di energia nel 2020. D’altronde questa è legata a doppio filo al settore economico, uno dei più colpiti dall’attuale crisi. L’avvento del vaccino e la massiccia campagna globale di vaccinazione hanno però invertito velocemente le tendenze di mercato, spronando una necessaria ripresa economica che sembra porterà la produzione ad un +6% rispetto all’anno precedente. Di conseguenza, quindi, è prevista una conseguente crescita anche della domanda di energia che dovrebbe, secondo le stime, aumentare del 4,6%.

Ora, se il discorso terminasse qui, non ci sarebbe nulla di male, anzi… che l’economia stia ripartendo così velocemente è una buona cosa. Il problema è che buona parte di questo aumento sarà soddisfatto usando i combustibili fossili. L’IEA prevede che la richiesta di carbone aumenterà del 4,5% portando con sé una crescita delle emissioni pari quasi al 5% (1.500 Mt). Ancora una volta la protagonista in negativo è la Cina, ma, a essere onesti, è tutta l’Asia ad essere affamata di carbone. Per esempio, l’India sta addirittura progettando la costruzione di nuove centrali apposite!

ambiente sicuro 62 campo eolico

Il lato positivo

Fortunatamente, però, l’attuale situazione sta avendo anche un rovescio della medaglia decisamente positivo visto che gli incentivi promossi per la ripartenza economica hanno spinto a provare finalmente alcune delle soluzioni energetiche più virtuose ed ecosostenibili. Il trend di crescita delle energie rinnovabili, già aumentato del 3% nel 2020, si prospetta continuerà la sua corsa fino ad arrivare ad un notevole 8%, il più grande aumento mai visto fino ad ora. A spingere sono soprattutto l’eolico e il fotovoltaico che stanno contribuendo (e contribuiranno) a circa due terzi dell’espansione delle rinnovabili. A guidare questa cavalcata sono l’Unione Europa e gli Stati Uniti d’America, ma in realtà è presente anche qui la Cina.

Non fa male, in tal senso, sottolineare una cosa che viene spesso travisata, ovvero la situazione dell’Italia. Stando al rapporto sulla diffusione delle Fonti Energetiche Rinnovabili del GSE, Gestore Servizi Energetici, lo stivale è uno degli stati più virtuosi di tutta l’Unione Europea, terzo come consumi complessivi da FER dopo la Germania e la Francia. L’Italia è inoltre uno dei 14 stati membri che è riuscita nel raggiungere il proprio obiettivo energetico nel 2020 (17%). A conti fatti le energie pulite sono in costante sviluppo in tutti i settori nel nostro paese fin dal 2004, con una crescita che non pare esser stata minimamente frenata dalla pandemia.

ambiente sicuro 62 emissioni CO2

Siamo destinati a ripetere gli stessi errori?

Nonostante la situazione abbia dei risvolti positivi, è indubbio che sono quelli negativi a preoccupare maggiormente, più che altro perché potrebbero indicare un ritorno al passato dalle gravi conseguenze. Se è comprensibile il desiderio di ripartire ad ogni costo, allo stesso tempo è ingiustificato farlo a spese dell’ambiente, una scelta che potrebbe rendere il pianeta inabitabile per l’uomo. Inoltre, ci sarebbe anche la gravità di non aver sfruttato a dovere quel poco di buono che questa pandemia aveva portato in forma di possibilità di intervento in aree che raramente si fermavano. L’impressione generale resta quella di una serie di buone occasioni quasi completamente sprecate, un vero peccato.

La cosa inquietante è il comportamento dei Governi che, se da una parte dicono di dare massima priorità al cambiamento climatico, dall’altra parte promuovono iniziative più mirate alla risposta pubblica che a risolvere le situazioni critiche. Ne è un chiaro esempio la tendenza a dare sempre tutta la colpa alle auto, inquadrando oltretutto lo stesso problema delle emissioni dei veicoli in modo sbagliato, spingendo verso un conflitto da cui può uscire ben poco guadagno effettivo. Il risultato è il secondo più grande aumento di emissioni della storia, un triste segnale che non solo non abbiamo imparato dai nostri errori, ma che siamo destinati a ripeterli. Solo il tempo potrà dirci se sarà davvero così o meno, ma per ora i presupposti non sono promettenti.

Chiudiamo l’articolo ricordando che Gori Ecofficina è anche EcoMotion, negozio dedicato alla mobilità sostenibile a 360° che cerca di promuovere questo stile di vita nella realtà locale di Grosseto. Se vuoi avere più informazioni, puoi contattarci sia tramite il sito che chiamandoci direttamente al nostro numero di telefono.

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