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Ambiente Sicuro 56 – Mobilità Sostenibile: Elettrico contro Idrogeno

Data ultimo aggiornamento: 30 Aprile 2021

Perché si spinge più sui veicoli elettrici che sulle auto a idrogeno e cosa ci riserverà il futuro della mobilità?

Riprendiamo l’argomento delle auto e dell’alimentazione a idrogeno che avevamo introdotto due settimane fa nell’Ambiente Sicuro 54. In tale occasione avevamo visto come queste funzionano, comprendendo che si tratta sempre e comunque di auto elettriche (varia solo il modo in cui l’elettricità viene prodotta), e che vantaggi/svantaggi hanno. Il punto che ci aveva spinto ad introdurci in questo tema era però che sempre più spesso l’auto a idrogeno viene usata per argomentare contro l’alimentazione elettrica nella ricerca della mobilità sostenibile ideale.

Insomma, si tratta dell’ennesima guerra inutile che ha generato due schieramenti di sostenitori “fanatici” pronti a sacrificare ogni verità pur di sostenere la propria opinione. Dati alla mano, però, quanto c’é di vero nel confronto tra idrogeno ed elettrico? Questa tecnologia rappresenta davvero un’alternativa fattibile? Cerchiamo di capirlo nell’articolo Ambiente Sicuro di oggi. Prima di iniziare, però, ti ricordo che ogni venerdì escono i nostri articoli dedicati all’ambiente e alla mobilità sostenibile e che per restare aggiornato ti puoi iscrivere alla nostra newsletter. Bastano due veloci clic ed è completamente gratuita!

ambiente sicuro 56 impianto produzione idrogeno

I colori dell’idrogeno

Come avevamo visto proprio nell’ultimo paragrafo dell’Ambiente Sicuro 54, l’alimentazione a idrogeno presenta una serie di motivi che ne penalizzano l’utilizzo diffuso, uno su tutti, l’elevato costo delle tecnologie necessarie all’estrazione, alla conversione ed al trasporto. Ma come? L’idrogeno non è presente nell’aria? La tecnologia non risale agli anni ’70? Per comprendere a fondo la risposta a queste domande bisogna sapere che esistono tre tipologie di idrogeno, differenziate per il loro colore: grigio, blu e verde. Il primo è quello “sporco”, prodotto dai combustibili fossili, soprattutto metano. Il secondo è una variante del primo dove la CO2 prodotta dal processo viene successivamente catturata per evitare l’emissione di gas climalteranti nell’atmosfera.

Quello che a noi interessa è però il terzo, l’idrogeno verde, poiché è l’unico davvero pulito ed è quello a cui ci si riferisce quando si parla di auto a idrogeno. Esso ha due presupposti: l’utilizzo primario di fonti rinnovabili e le emissioni zero. Attualmente l’idrogeno verde può essere prodotto solo in due modi, il primo dei quali è quello più maturo, ovvero la produzione di elettricità da fonti rinnovabili accoppiata con l’uso di un elettrolizzatore che scinde l’acqua in idrogeno ed ossigeno molecolari. Un doppio passaggio che richiede un grande impianto le cui dimensioni siano proporzionali all’energia erogata. I più grossi di questi sono, non a caso, collocati nel deserto. L’altro metodo salta il doppio passaggio e riduce lo spazio occupato, andando a mimare la fotosintesi naturale. In pratica usa dei composti in combinazione con dei catalizzatori per generare una fotosintesi artificiale che catturi il sole e la usi per generare la scissione. Il punto è che questo secondo processo ha bassa efficienza e costi elevati.

ambiente sicuro 56 stoccaggio idrogeno

L’unione fa la forza

Sottolineato il problema principale alla base dell’utilizzo dell’idrogeno verde, possiamo quindi concludere che questo va completamente accantonato in favore dell’energia elettrica tradizionale? Beh no. Le ricerche in merito continuano ogni giorno nell’intento di trovare di una soluzione che permetta la produzione di quella che davvero è un’alimentazione pulita al 100%. Quello che spesso i “fan” della guerra elettronico/idrogeno dimenticano è che, nel campo della decarbonizzazione, non deve esistere nessuna difesa ideologica di una tecnologia rispetto all’altra. L’unica verità devono essere i dati e la strategia migliore in tal senso sarà sempre quella che sarà costantemente messa in dubbio per essere poi allineata ai tempi, in modo dinamico e flessibile.

Troppo spesso mi pare che dimentichiamo che l’obiettivo ultimo di tutto questo è tagliare le emissioni di gas serra in modo costante fino ad azzerarle completamente entro il 2050. Pensare che si possa raggiungere tale traguardo con una sola tecnologia è pura utopia. Servirà necessariamente ed assolutamente una collaborazione tra tutti i protagonisti del settore energetico, che si parli di termica, gpl, metano, batterie o idrogeno. D’altronde avevamo già visto nell’ambiente sicuro 53 come la scelta dell’alimentazione migliore fosse tutt’altro che scontata, anche solo dal punto di vista ecologico. Inoltre, una transizione di questo tipo non può avvenire di netto, ma sarà sempre graduale e avrà comunque sempre bisogno di uno o più gregari. Attualmente questo ruolo è coperto dal metano, ma per alcuni esperti del settore l’idrogeno è il prossimo.

ambiente sicuro 56 rifornimento auto a idrogeno

L’unica costante sono le energie rinnovabili

Il punto focale di tutto il discorso è che è prioritario che si sviluppino le energie rinnovabili, qualsiasi esse siano, così da potersi svincolare dalle fonti fossili. L’energia elettrica non è certo una soluzione perfetta, ma è un inizio in tal senso. Il mix energetico attuale vede ancora carbone, petrolio e gas naturale troppo presenti e questa situazione va assolutamente cambiata entro il 2030, quando il mix energetico dovrà essere almeno al 72% rinnovabile. Si parla di una cifra mostruosa da abbattere, 311 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, il 33% delle quali derivano, direttamente o meno, dal settore dei trasporti. Su valori così grandi è comunque una percentuale più che considerevole.

Come si abbatte tale valore? Puntando adesso sulla mobilità elettrica perché, di fatto, non esiste una soluzione con lo stesso rapporto di efficienza/costi. Questo vuol dire che si fermerà la ricerca di altre soluzioni? Ovviamente no, anzi, è quasi scontato che in futuro l’idrogeno verde rivestirà un ruolo centrale nella mobilità sostenibile, basterà che il suo costo arrivi ad essere pari a quello dell’idrogeno blu (1,5 euro per kg) e sicuramente sarà utilizzato per molti scopi. La tecnologia si muove rapidamente in questi casi, lo abbiamo già visto per il fotovoltaico e l’eolico. Il punto è che tra questi scopi, l’auto non è comunque una priorità immediata proprio perché le batterie sono un buonissimo compromesso. Sarà piuttosto molto più facile vedere camion, veicoli commerciali di grossa taglia e treni a idrogeno. Piuttosto che quindi sfruttare l’idrogeno come scusa per tergiversare, sarebbe meglio comprendere che a volte la via di mezzo è l’unica percorribile in tempi brevi senza brutte conseguenze.

Ricordiamo che Gori Ecofficina è anche EcoMotion, negozio dedicato alla mobilità sostenibile a 360°, che cerca di promuovere questo stile di vita nella realtà locale di Grosseto. Se vuoi avere più informazioni, puoi contattarci sia tramite il sito che chiamandoci direttamente al nostro numero di telefono.

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