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ToggleLo scontro tra auto elettriche e veicoli tradizionali continua imperterrito, ma quanto e come influisce tutto questo sul settore e sugli utenti della strada?
Dopo le ultime due settimane, dedicate agli scooter elettrici ed agli incentivi 2021 a loro dedicati, torniamo ad occuparci, nell’articolo Ambiente Sicuro di oggi, della guerra “inutile”. Ci riferiamo allo scontro, più o meno aperto, tra coloro che sono a favore delle auto elettriche e coloro che invece gli si oppongono strenuamente.
Visto che agli italiani piace il calcio, il “conflitto” tra gli schieramenti sta sempre più prendendo l’aspetto di un campionato di questo sport con vere e proprie tifoserie che sostengono le loro “squadre” preferite. Chi vuole la benzina ed il diesel, chi il metano, chi il gpl, chi l’elettrico, chi ancora l’idrogeno e così via, in una partita infinita dove tutto sembra lecito. Ma tutto questo ha davvero senso? E come sta influenzando gli utenti della strada? Ne parleremo nell’articolo di oggi. Prima di iniziare, però, ti ricordo che ogni venerdì escono i nostri articoli dedicati all’ambiente e alla mobilità sostenibile e che per restare aggiornato ti puoi iscrivere alla nostra newsletter. Bastano due veloci clic ed è completamente gratuita!
Le squadre in campo
Come già accennato in apertura, questo improbabile campionato del settore auto si svolge su più fronti. L’elemento della discordia sembra però essere sempre la mobilità elettrica, soprattutto nella sua forma da automobile. Chi si aspettava un’integrazione di questa nuova tecnologia in modo simile a come successo con metano e gpl è rimasto sicuramente deluso visto che tutti sembrano avercela con l’auto elettrica che, dal suo canto, si difende comunque bene. D’altronde a fare la capofila dei sostenitori dell’elettrico, oltre alle varie amministrazioni pubbliche, abbiamo “il grande redento”: la Volkswagen. Questa, dopo lo scandalo Dieselgate, si è data anima e corpo a promuovere la nuova mobilità sostenibile in ogni modo possibile.
Ad opporsi ai sostenitori ci sono numerosi schieramenti, il più numeroso dei quali è quello degli elettro-scettici, guidati dalla Toyota, che spesso accusano la mobilità elettrica di essersi affermata solo grazie alle normative sulle emissioni ed agli incentivi creati ad arte e che invocano scandali e critiche che sono spesso parziali e più dannose che realmente utili al settore. Con l’avvento dell’idrogeno, di cui dovremo prima o poi parlare e che può già contare su alcuni sostenitori, la situazione rischia di farsi persino più critica. Anche perché in palio ci sono adesso gli enormi investimenti che l’Unione Europea sta mettendo e metterà in campo per rilanciare l’economia nel post-COVID.
La realtà dei fatti del settore auto
Se però ignoriamo tutta questa gran confusione e discutere, possiamo renderci conto come, nella realtà dei fatti, il mercato del settore auto proceda comunque per la sua strada. Le auto elettriche hanno sicuramente vissuto un periodo di successo nel 2020, con un aumento delle vendite del 216,9% per le elettriche a batteria e del 331% delle ibride plug-in. Nonostante queste cifre sembrino colossali sulla carta, però, i veicoli ibridi rappresentano solo l’11,9% di tutte le autovetture vendute e le elettriche il 10,5%. Sono percentuali che si, indicano una crescita positiva, soprattutto se messe in confronto con quelle del 2019 (5,7% e 3%), ma che impallidiscono davanti al 75,5% delle auto tradizionali.
Insomma, per quanto si possa parlare dell’enorme successo della Renault Zoe (nella foto qua sopra), l’auto elettrica più venduta in Italia nel 2020 e a ragione, e per quanto si possa urlare alla rivoluzione e alla crescita esponenziale, tutti questi proclami si scontrano con il fatto che le auto tradizionali coprono ancora 3/4 del mercato auto. Questo nonostante l’enorme crisi che ha colpito il settore nell’anno della pandemia ed ha portato ad un notevole calo delle vendite. In tutto ciò, i veicoli a GPL/Metano sono quelli più ignorati perché devono accontentarsi di una fetta di torta decisamente striminzita, ma anche loro nel 2020 hanno avuto una buona crescita nelle vendite. Nessuno ne parla davvero, tuttavia, poiché questa tipologia di auto si è ormai conquistata la sua nicchia di appassionati ed estimatori e non fa più “rumore mediatico”. Il punto è che stiamo ancora una volta a fare la gara sulle nuove auto vendute quando il parco auto circolante conta veicoli vecchi di 10/15 anni. Se va bene.
Al settore auto non servono i tifosi
Il problema è che tutta questa cacofonia di voci, tutto questo gran vociare, urlare, proclamare, schiaccia chi cerca di promuovere una linea di dialogo più diplomatica e logica o chi cerca di mettere in evidenza i reali problemi che stanno flagellando sia il settore auto che la situazione ambientale. Perché, inutile girarci intorno, la crisi ambientale non è uno scherzo, così come non lo è l’avvelenamento da polveri sottili. La mobilità elettrica non è (ancora) una soluzione perfetta e forse non lo sarà mai, ma resta la soluzione migliore al momento e, per quanto ce ne vogliano far credere le tifoserie, veicoli elettrici e tradizionali possono (devono?) coesistere. Questo senza contare che non esistono solo le auto elettriche. Moto, scooter, trasporti, infrastrutture… la mobilità sostenibile è un progetto molto più ampio di quanto si tende a pensare e, solitamente, chi acquista un veicolo elettrico, poi non torna indietro. Ci sarà un motivo, no?
Le principali vittime di questo “giocare” con le auto sono poi gli utenti della strada stessi. Persone che si sentono rimbalzare addosso ogni genere di voce e nozione senza avere i mezzi per interpretare tutto quello che ascoltano. Perché per quanto si possa alzare la voce, la mobilità elettrica fa ormai parte del tessuto culturale italiano (ne è la prova che si sia iniziato a fare anche della sana satira sull’argomento, come quella qua sopra ad opera di Lercio). Il risultato di tutta la confusione è un popolo che ancora oggi non sa davvero come funziona un’auto elettrica. Una colpa che non è certo dei cittadini visto che chi dovrebbe insegnare loro le basi delle nuove tecnologie, è spesso impegnato a dare addito a fake news o notizie parziali per difendere il proprio orticello personale con toni degni di uno stadio più che di un confronto costruttivo. Il punto è proprio questo: al settore auto servirebbero più informatori e formatori e meno tifosi, ma purtroppo la realtà è ben diversa.
Ricordiamo che Gori Ecofficina è anche EcoMotion, negozio dedicato alla mobilità sostenibile a 360° che cerca di promuovere questo pensiero nella realtà di Grosseto. Se vuoi avere più informazioni, puoi contattarci sia tramite il sito che chiamandoci direttamente al nostro numero di telefono.