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ToggleLa crescita delle immatricolazioni a Luglio indica davvero una ripresa del settore? Vediamo un po’ di cifre e commentiamo questo risultato.
Gori Fa 50!
Gori Ecofficina compie 50 anni di attività questo Settembre. Un traguardo importante che vorremo festeggiare con tutti i nostri clienti, ma come fare per le norme di distanziamento sociale? Abbiamo trasformato una difficoltà in opportunità e abbiamo trovato un modo per farvi comunque partecipare ai nostri festeggiamenti. Scopri quale.
La notizia ha ormai fatto il giro dell’Italia. A Luglio il settore auto nazionale sembra essersi ripreso registrando 136.455 nuove immatricolazioni che, a fronte delle 153.335 di Luglio 2019, rappresentano un calo “solo” dell’11%. Una netta ripresa dal quasi completo annullamento del mercato durante il lockdown e dal -41,7% registrato nei primi sette mesi dell’anno. Molti hanno già individuato nell’Ecobonus il “responsabile”, ma in realtà gli incentivi previsti sono appena entrati in vigore (si sono attivati, infatti, dal 1° Agosto) e risultano già limitati, al punto che è stato necessario mettere sul banco un ulteriore gruppo di bonus nel già famoso Decreto Agosto.
A contribuire a questa ripresa sono state in realtà le stesse case di produzione del settore automotive che, davanti ad un mercato ancora stagnante nel post-covid e al rischio di un’ulteriore frenata per il ritardo degli incentivi, hanno ben visto di promuovere di tasca propria una ripartenza quanto mai necessaria. Tutti tranquilli e felici quindi? In realtà no e nell’articolo Ambiente Sicuro di oggi vedremo come mai. Prima di iniziare, però, ti ricordo che ogni venerdì escono i nostri articoli dedicati all’ambiente e alla mobilità sostenibile e che per restare aggiornato ti puoi iscrivere alla nostra newsletter. Bastano due veloci clic ed è completamente gratuita!
Un Po’ di Cifre
Abbiamo già detto che le nuove immatricolazioni a Luglio 2020 sono state 136.455 a fronte delle 153.335 del 2019 (-11% circa), ma vediamo di scomporre questa cifra che sembra molto ottimistica. Partiamo vedendo le cifre legate alle vetture a combustione. Sia le auto a benzina che quelle a diesel, infatti, continuano a soffrire non poco con cali a due cifre (-23% per le prime e -12% per le seconde). Una sorte simile tocca anche alle auto ad alimentazioni alternative. I veicoli GPL subiscono, infatti, la perdita più grossa, pari al -37% mentre quelle a metano ammortizzano bene con una perdita ad una sola cifra, ovvero -8,5%.
Dove è quindi la ripresa? Ovviamente nell’unico gruppo di veicoli che ancora non abbiamo citato, ovvero le ibride e le elettriche. Le prime aumentano del 117% a Luglio mentre le seconde salgono addirittura del 177%. Cifre impressionanti viste scritte nero su bianco, ma che vanno, purtroppo, valutate in una prospettiva non proprio incoraggiante. Le auto ibride ed elettriche rappresentano infatti solo il 13,7% del mercato mentre la rimanente percentuale casca soprattutto su quelle a combustione (da sole reggono il 76% del settore). La ripresa quindi c’é effettivamente stata, nel momento in cui si vanno a comparare le nuove immatricolazioni, ma, nel concreto, l’impatto sul mercato è, per quanto promettente e significativo, ben lontano dal dirsi completamente positivo. Tale disparità, infatti, genera alcuni problemi, ma ne parliamo successivamente.
Un Occhio all’Usato
Prima di parlare dei problemi generati da queste cifre, diamo un attimo una veloce occhiata ad un altro settore automotive molto importante: quello dell’usato. Anche questo è in ripresa con un incremento del 7,8% dei passaggi di proprietà delle auto, al netto delle mini volture. Questo si riflette anche sul settore moto, con un aumento dei passaggi di proprietà, sempre al netto delle mini volture, del 25,8%. Cifre importanti che fanno diminuire le contrazioni sul settore dall’inizio dell’anno ad un totale di 24,9% per le auto e un 11,9% per i motocicli. In generale, nei primi sette mesi, il mercato dei veicoli usati ha perso “solo” il 22,1%.
Ancora una volta, però, se scendiamo nei dettagli delle cifre, scopriamo che, come si può vedere dal grafico sopra a questo paragrafo, le auto a benzina e a diesel registrano sempre un lieve calo (o una crescita molto, molto piccola) mentre il grosso dei passaggi di proprietà arriva dalle auto ibride (+176%) e dalle auto elettrice (+122,7%). Il punto è che i veicoli a combustione rappresentano l’87% sul totale dei passaggi di auto. Nuovamente, quindi, si ha si una ripresa, ma questa ha un impatto relativo sul mercato e va guardata nella giusta prospettiva, in vista dei già citati problemi. A tal proposito, è ora di parlare proprio di questi.
Un buon risultato, ma da contestualizzare
Il problema “relativo” di questa ripresa è che riguarda soprattutto il settore ibrido/elettrico mentre quello tradizionale (che copre la fetta più grande del mercato, ricordiamolo) continua a essere in perdita. Questo è ovviamente frutto del grosso focus che si sta facendo adesso sulle auto elettriche, a scapito di quelle a combustione. Un comportamento che può essere rischioso. Ne avevamo già discuto sia qui che qui. I veicoli elettrici, inoltre, necessitano di infrastrutture specifiche che, al momento, sono decisamente carenti. Ci sono tanti progetti promettenti, ma, nel concreto, si avverte ancora la mancanza di una buona rete a sostegno della mobilità elettrica e si ha l’impressione che gli incentivi promossi, anche in questo caso, non siano abbastanza.
Un altro problema molto serio è che, ancora una volta, si sta guardando il lato sbagliato della medaglia: ci si concentra sulla crescita dei veicoli elettrici senza andare effettivamente a valutare lo svecchiamento del parco auto circolante (ricordiamolo, il più vecchio di tutta l’Europa). Il tasso di sostituzione risulta pari a 0,87 anche a Luglio. Vuol dire che per 100 auto nuove iscritte, ne sono state radiate solo 87. D’altronde, se la parte più grossa del mercato (76% nella vendita e 87% nell’usato) continua a essere in calo, si può parlare di ripresa, ma si deve anche contestualizzare quest’ultima e contenere il proprio entusiasmo. Gli imminenti incentivi, inoltre, non andranno probabilmente a migliorare la situazione visto che al 90% si concentreranno esclusivamente sulla mobilità elettrica e ignoreranno del tutto il settore dell’usato. Meglio poco che niente, ma il parco auto circolante italiano probabilmente ne uscirà quasi invariato, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto. Ancora non si riesce a capire che un auto a combustione di ultima generazione è comunque una scelta a favore della mobilità sostenibile.